Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
La verità sta in cielo (2016): locandina
Chi ha visto Chi l'ha visto? ha visto - e sa già - tutto. Della vicenda di Emanuela Orlandi, tra i più torbidi misteri del Belpaese, lo storico programma di Rai 3 ne ha fatto, giustamente, una delle sue battaglie d'inchiesta di punta. Segreti, rivelazioni e depistamenti il pane quotidiano; la vittima e la sua famiglia, e burattini, solerti manovratori, oscuri mandanti, i protagonisti: una storia esemplare di malaffare e corruzione - spirituale in primis - dalle lerce fauci della Roma capitale-criminale che così tanto ha dato, e continua a dare, a media e medium (e sì, nel frullatore divulgativo finiscono "Renatino" De Pedis e la banda della Magliana, Marcinkus e Calvi e Carboni, papa Luciani e Giovanni Paolo II, i servizi deviati e la CIA e il Vaticano, Alì Agca e Carminati) ... Dunque, storia da trasporre al cinema? Forse, chissà, tanto c'è di tutto. Se chi sulla trasmissione della tv pubblica ha posato occhi e orecchi a più riprese conosce almeno per sommi capi la sporca faccenda, tutti gli altri certo conoscono le melmose dimensioni di una città e di una fauna delinquenziali dettagliate e romanzate in anni di scoop giornalistici, di produzioni cinetelevisive, di bestseller letterari. La verità sta in cielo offre punti di vista alternativi, altri, innova una narrazione stereotipata, rappresenta o può rappresentare prospettive e soluzioni nuove nel modo di raccontare tramite il medium cinema, elabora uno sguardo personale su un immaginario saturo popolato di loschi personaggetti (politici-prelati-malavitosi-banchieri)? Presto detto: no, mai, nemmeno per sbaglio, per nulla. Assolutamente no. Che intreccio, climax e dispositivi scenici siano derivativi e generici è palese come il grossolano make up appiccicato a Greta Scarano (versione Sabrina Minardi oggi), che il collegamento con Mafia Capitale sia sbrigativo e pretestuoso (come mero pretesto pare la scelta del mediocre Faenza di narrare della Orlandi, come per accodarsi al carro vincente dei Romanzo Criminale, dei Suburra, dei Gomorra) è cosa che mette quasi tenerezza, che le conclusioni (dal «fascino del male», buono per tutte le stagioni, alle didascalie sui titoli di coda volte a suscitare stupore&sospetto&indignazione) siano materia banale, sommaria, vuota è, alla fine, un dato come un altro: l'indifferenza, beata, regna sovrana. Come regna, implacabile e autoritario, il sistema televisivo di provenienza: stanti la messa in scena piatta e anonima - aderente a ogni canone immaginabile di un format collaudato e immutabile-, il ruolo di coautrice del soggetto di Raffaella Notariale (volto noto della trasmissione condotta dalla Sciarelli) che scrive/rielabora altresì il sé personaggio (interpretato nel film da Valentina Lodovini), la ricostruzione ambientale approssimativa e la recitazione mediocre (Lodovini in particolare e Maya Sansa, meglio sia Scamarcio sia Greta Scarano, buttatasi anima e corpo) conforme a quella che sembra una mediocre ricostruzione video, La verità sta in cielo è, a conti fatti, e banalmente, una pura, flaccida trasmigrazione su pellicola di Chi l'ha visto?, senza alcun cambio di registro, di linguaggio, di codici. Uno spin-off in forma di cineracconto con (unico) valore cronachistico. Scorrono i titoli di coda, si storce il naso per le brutture esposte, si torna a casa.
Arrivederci alla prossima puntata.
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Immaginavo, e ho cambiato sala. Non che sia andata meglio, ma questa è un'altra storia
Di puntate di 'Chi l'ha visto?' sul caso di Emanuela Orlandi ne ho guardate diverse, in passato. Solo per dire che so esattamente di cosa parlo. Ma anche chi non ne ha mai visto nemmeno un secondo capisce benissimo e presto che quest'opera col cinema non ha nulla a che fare.
Curiosità: il titolo del "ripiego"?
Quando si hanno 17 anni, spero che ora non si scateni il dalli all'untore, non m'è piaciuto, colpa mia? forse
Ah, proprio non saprei: dalle mie parti non risulta pervenuto ...
Arriverà, e sono curiosa di vedere come lo prenderai
Domandona : ho visto solo il trailer e un paio di scene (se qualcuno mi ponesse una domanda iniziando così lo manderei a spalare letame allo zoo, sezione proboscidati, durante un'epidemia di diarrea elefantina, perciò fai te...) e mi sorge un dubbio : l'orribile, respingente, impresentabile recitazione della sempre ottima Maya Sansa (mi ha ricordato la prova di auto-doppiaggio della - sempre ottima! - Alba Rohrwacher di Hungry Hearts : quando valide attrici recitano così male è sempre colpa dei registi...) può essere dovuta al fatto che interpreta una giornalista (televisiva?) che ''imposta'' la voce a quel modo per un qualche motivo? Non me lo so spiegare in altro modo, e non credo che vedrò il film a breve...
Scusa ancora per la domanda idiota ma...dio com'è impostata male quella voce! Non è un dialetto, è, è...non lo so...
Hai visto (e sentito) bene. Non solo il lavoro sulle voci è pessimo, ma è anche vergognosamente incostante: a volte si palesano danni e ridicolaggini da peggior autodoppiaggio (la Rohrwacher ma forse rende si più Asia Argento in diversi suoi lavori), in altre l'audio è fuori sincrono, in altre ancora pare un doppiaggio amatoriale o parodico. E questo vale per più personaggi, non solo per la (povera) Maya Sansa. Ma se hai avuto modo di guardare certe video-ricostruzioni in programmi che dei fatti di cronaca fanno morboso sensazionalismo, allora puoi già capire quale sia il livello.
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