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Rupture

Regia di Steven Shainberg vedi scheda film

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La recensione su Rupture

di Souther78
8 stelle

Rivelazione di procedure aliene sugli umani, o prodotto di fantasia? Sicuramente un'opera fuori dal comune che merita una visione. Non per tutti, ma ciononostante (e anzi forse proprio per questo) audace e forte, con un meccanismo narrativo che fa della paura dell'ignoto il suo cavallo di battaglia.

Secondo il Professor Malanga, già docente di chimica all'Università di Pisa, la storia dell'umanità è da sempre intrecciata con quella di specie aliene che, attraverso l'ibridazione con gli esseri umani, mirano a conseguire la capacità di legare corpi fisici al principio energetico comunemente definito "anima". Secondo Biglino, Sitchin, Von Daniken e un certo numero di studiosi di lingue e culture antiche, tutti i testi antichi considerati "religiosi", da quelli indiani a quelli sumeri, ebraici, etc., non raccontano di altro, se non di esseri sì, assai più "potenti" degli esseri umani, ma tecnologici e non trascendentali. Questi esseri, secondo quanto riportato da culture diverse e distanti tra loro, fra cui quelle africane e sudamericane, venivano dallo spazio e avrebbero "creato" l'essere umano attraverso l'ingegneria genetica applicata agli ominidi già esistenti sul nostro pianeta.

Secondo gli studi condotti dal Prof. Malanga sulle persone "addotte", ma anche secondo David Icke, le "interferenze" non si verificano in modo casuale nè occasionale, bensì sulla base della genetica individuale, che si tramanderebbe per linea materna. Normalmente, insomma, se è addotta una donna, sarà addotta anche la sua prole, come fenomeno costante per tutta l'età fertile. E' frequente che le donne coinvolte riferiscano o si scoprano essere state ingravidate e/o che il feto sia stato rimosso in una condizione di animazione sospesa che generalmente viene recuperata attraverso l'ipnosi.

Secondo David Icke, i cosiddetti "riti satanici" altro non sarebbero se non strumenti per aprire certi canali, e, tra l'altro, "sbloccare" un codice genetico "nascosto" attraverso l'induzione di suoni, immagini e tramite la paura: in questo modo, esseri umani che sono nati e cresciuti come umani, ma il cui DNA contiene alcune specificità, potrebbero essere "occupati" ("posseduti", volendo usare un gergo cattolico) da forme di vita interdimensionali comunemente definite "alieni".

 

Vi ricorda niente?

Benchè questo film rimanga del tutto sul "vago", non è difficile riscontrarvi la rappresentazione di quanto sopra. Soprattutto, oggi che si fa così tanto parlare di "cambiamento climatico" come della più grande minaccia dell'umanità, da parte di quelle stesse élite che - guarda caso - sono accusate di essere la stirpe ibrida, è interessante notare le profonde assonanze.

 

Oppure, certo, si può leggere il film come una interessante rappresentazione di fantasia, curiosamente analoga a certe nozioni molto precise. Difficile non farsi venire alla mente il Platone (massone) del mito della caverna e il suo monito circa il prigioniero liberato dalla caverna, che scopre la verità e torna per raccontarla agli altri, che però lo vogliono uccidere perchè lo ritengono pazzo.

 

Dopo questa lunga premessa, quindi sarà chiaro che, a seconda di come si voglia interpretare l'opera, anche il giudizio finale sarà estremamente variegato. A mio avviso, si tratta comunque di un film intenso, inquietante, che coinvolge lo spettatore soprattutto nel dubbio e nella paura di ciò che succederà, in un crescendo di speranza e timore...

 

Sicuramente un film che si distingue e che, per la forza di scene, situazioni e immagini, può restare impresso e colpire.

 

Noomi Rapace, scelta dal regista per la sua performance in Prometheus, non è forse l'attrice più espressiva al mondo, ma di certo è molto brava nell'esprimere la paura. Gli altri attori non si distinguono, e di certo non è difficile notare che qui tutto verte attorno alla protagonista, quindi la scelta di usare altri personaggi tutto sommato sullo sfondo sembra deliberata. Solo Peter Stormare si fa notare,, nonostante il poco spazio dato al suo personaggio.

 

Gli effetti speciali digitali, per quanto limitati, si notano e l'effetto non è granchè soddisfacente. Verrebbe da dire che forse, sia per l'effetto estetico che per le finalità narrative, sarebbe stato meglio non adoperarli affatto.

 

In definitiva, comunque lo si voglia interpretare, e qualunque significato gli si voglia attribuire, da prodotto per l'intrattenimento a rivelazione "velata", non si può non dire che si distingua dalla massa e che non "osi", quindi chiunque sia curioso di certe teorie o semplicemente interessato a un prodotto meno convenzionale della media dovrebbe senz'altro guardarlo.

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