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Famiglia all'improvviso

Regia di Hugo Gélin vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Famiglia all'improvviso

di Fanny Sally
6 stelle

Racconto di formazione e celebrazione dell’amore paterno, a metà tra commedia e dramma.

Samuel, uno scapolo impenitente, dedito al divertimento e alla bella vita nell’assolato sud della Francia, un bel giorno si vede comparire una donna inglese con la quale aveva trascorso una notte qualche mese prima e che senza tante spiegazioni gli affida la figlioletta che sostiene di aver concepito con lui, fuggendo via. Il giovane, inizialmente colto alla sprovvista dall’improvvisa scoperta di una paternità mai sospettata né voluta, dopo il panico, i dubbi e il senso di inadeguatezza, non riuscendo più a trovare tracce della madre, poco a poco comincia a prendersi cura della neonata, trasferendosi con lei a Londra e cambiando completamente la sua vita, grazie ad una serie di incontri fortuiti. Otto anni dopo però, la madre della bambina si ripresenta con la pretesa di riaverla indietro e portarla con sé in America insieme al nuovo compagno. Inizia così una battaglia legale con alcuni dolorosi colpi di scena.

 

Buon successo di pubblico in Francia, soprattutto per la presenza nel ruolo di protagonista del simpatico e bravo Omar Sy, lanciato nel 2011 dalla commovente commedia Quasi amici, anche qui da noi questo delicato dramma familiare non è passato inosservato, ottenendo un buon incasso.

 

Il merito, oltre che del già citato Sy che presta il fisico imponente e il sorriso rassicurante ad un padre bambino, tanto premuroso e responsabile quanto ingenuo e immaturo, e della sua controparte, la piccola esordiente Gloria Colston, davvero molto spigliata e spontanea, va dato anche ad una trama furbetta che unisce momenti teneri e spassosi ad altri più sentimentali e drammatici, senza però raggiungere delle vette significativamente coinvolgenti né nell’uno né nell’altro ambito, a causa di una scrittura spesso superficiale e anche un po’ scontata.

 

Resta comunque una storia positiva raccontata con garbo e capace di trasmettere un messaggio di speranza e che, pur non brillando per originalità né compiutezza, si lascia comunque guardare con discreto interesse nelle sue forse eccessive due ore.

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