Regia di Hugo Gélin vedi scheda film
La noia supera le risate e la commozione finale
Era proprio necessario allungare così tanto il brodo? Delle 2 ore di durata si salva solo la prima mezz'oretta, molto spassosa e tenera, e gli ultimi minuti, commoventi e contenenti il verso senso della storia (e anche una dolce e molto ottimista teoria sul senso della vita). Il resto di questa pellicola francese è pesante, noioso e inutile, dato che è ricolmo di dialoghi già sentiti e parla del solito caso giudiziario in cui ci vanno di mezzo, per le colpe dei genitori, i poveri figli: in questo caso troviamo Samuel, un giovane uomo di colore scherzoso e rimasto bambino, che alle 5 balla ancora ed è a caccia di prede dell'altro sesso. Dopo una notte di passione una donna si presenta alla sua barca con una neonata, Gloria, sostiene che dall'unica avventura passata insieme sia nata quest'ultima e con la scusa di pagare il taxi la affida a lui, che tutto si aspettava quel giorno tranne di diventare padre, proprio lui. I due saranno costretti, dopo un vano inseguimento della madre, a convivere a Londra, poiché rimasti senza soldi, ospitati da un produttore omosessuale che ha anche offerto il lavoro di stuntman. Gloria cresce e con il papà instaura un rapporto fatto di divertimento e di fiducia reciproca, tra cinema, circhi e parchi di divertimento. Tuttavia dopo 8 anni la genitrice si ripresenta e, dopo aver dato, vuole togliergliela e portarla a New York. Samuel sa che c'è un motivo per la sua grande dedizione nel rendere uno spasso la vita della piccina...Un vero peccato il risultato finale, anche se era difficile realizzare un film degno di nota, considerando che è il remake del messicano "Instructions not included" di Eugenio Derbez, e il protagonista Omar Sy ("Quasi Amici") rimane la cosa migliore del film: spontaneo e in grado di trasmettere allo spettatore sia le risate, soprattutto all'inizio, come con la stralunata reazione dell'esistenza di una figlia e con la frettolosa discesa dalle scale mobili, ma anche un paio di lacrime alla fine, visto che riesce a comunicare tutta l'amarezza per lo svolgersi della vicenda. Purtroppo la sceneggiatura, scritta anche dal regista Hugo Gélin, si perde nella solita questione "aut pater aut mater" e concentra nei due lassi di tempo sopracitati le sequenze migliori, toccando un pò la commedia e un pò il dramma in maniera discontinua. Tra gli attori c'è nel ruolo di Gloria un'altra Gloria (Colston), in quello di Kristin, la madre, Clemence Poesy, alias Fleur Delacour nella saga di "Harry Potter", e infine Antoine Bertrand interpreta Bernie, simpatico produttore che fa occhietti a tutti gli uomini che incontra e cerca di vagliare il loro orientamento sessuale. Il messaggio dell'ingiustizia della vita, che non regala mai niente, colmato dalla fiducia nel "carpe diem" è molto esplicito e rimane impresso, ma non riesco a dire che il film non mi abbia fatto annoiare per più di un'ora e che le risate iniziali si siano rivelate molto effimere. Campione d'incassi in Francia, e anche in Italia è stata una sorpresa per gli esercenti.
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