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Jack Reacher: Punto di non ritorno

Regia di Edward Zwick vedi scheda film

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La recensione su Jack Reacher: Punto di non ritorno

di barabbovich
4 stelle

Nel 2012, Jack Reacher, partorito dalla mente di Lee Child e trasferito sul grande schermo da Christopher McQuarrie (che con lo stesso Cruise due anni dopo, in Mission impossibile: Rogue nation, dimostrò di poter legittimare la sua candidatura a maestro dell'action movie), sorprese tutti. Sembrò il perfetto punto di equilibrio tra l'ex agente speciale diventato apolide, modello Jason Bourne, e l'Ethan Hunt proprio di Mission impossible, interpretato dallo stesso Cruise. Passato nelle mani di Edward Zwick, il film e il personaggio perdono tutto lo smalto del primo episodio della serie, compromettendo eventuali seguiti.
La trama vede l'ex agente della polizia militare coinvolto nel tentativo di togliere Susan Turner (Smulders), maggiore presso lo stesso corpo militare, da un'intricata situazione che la vorrebbe ingiustamente coinvolta in accuse falsamente diffamatorie e per questo chiusa in cella. Contemporaneamente, c'è un'adolescente da mettere in salvo (Yarosh). Spostandosi da Washington a New Orleans, tra fughe continue, scazzottate a gogo e dialoghi asfittici, il nostro eroe tenta di portare a casa l'impresa.
Imperniato sempre sullo stesso modulo (avvicinamento dei cattivi, fuga, scazzottata, dialogo), il film procede stancamente per ben due ore puntando sull'aggiunta di un personaggio pletorico (la ragazzina) e su un plot inutilmente intricato per raccontare il doppiogioco dei vertici militari a stelle e strisce, che vendono armi e droghe in Afghanistan.

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