Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Prequel di un mediocre horror che rispetta lo standard: suddiviso in due parti, una prima ben costruita e di atmosfera e la seconda svincolata dalle più elementari regole cinematografiche...
Los Angeles, 1967. Alice (Elizabeth Reaser), rimasta vedova in giovane età, vive con due figlie. Come sostentamento si è improvvisata chiromante e, in particolare, i suoi clienti sono persone disperate e in sofferenza per perdite affettive. Alice, con il supporto delle bambine, in realtà simula sedute spiritiche e manifestazioni paranormali facendo ricorso a trucchi. In casa arriva una tavoletta Ouija, e le cose cambiano. La piccola Doris (Lulu Wilson) sembra stabilire davvero un legame con l'aldilà. Solo che lo spirito che inizialmente sembra essere il padre in realtà...
"Parla di un medico di un campo di concentramento che loro chiamavano il dottore del Diavolo, per via del suo interesse per l'occultismo e degli esperimenti che conduceva sui pazienti. (...) Il dottore gli tagliava la lingua. Recideva le corde vocali e poi gli sigillava la bocca".
Le premesse per un buon film ci sono tutte, a cominciare dalla bella idea di ambientare la storia nel 1967. Così oltre alle ottime ricostruzioni si affianca una bellissima fotografia e recitazioni che oscillano dal buono (Henry Tomas) al molto buono (Elizabeth Reaser) all'eccezionale (la piccola Lulu Wilson che, ne siamo certi, l'aspetta un futuro radioso come attrice).
Anche la sceneggiatura, per la maggior parte della durata si mantiene a lato del verosimile e riesce a costruire un climax di crescente tensione (eccezionali i flash "spettrali" che si manifestano quando la piccola Doris guarda attraverso la planchette).
Troppo bello per essere vero, infatti varcata l'ora il meccanismo si inceppa: e sarà un caso ma accade quello che, solitamente, succede nelle produzioni Blumhouse e -di concerto- nelle regie di Flanagan. Prova di come questo regista abbia saputo confezionare brutti horror con grandi budget (qui ad esempio ci sta pure l'Universal) è scritta nello stesso imdb e fa parte del suo curriculum: Absentia, Oculus e -davvero inguardabile- Somnia.
Qui sarebbe da mettere in croce per come, nei 20 minuti finali, riesce a rovinare tutto, portando sotto zero il climax costruito pure con stile per oltre un'ora. Il film diventa una brutta copia che assembla classici (L'esorcista e Poltergeist) senza alcun buon gusto, privilegiando effetti speciali da fiera carnevalesca con i soliti protagonisti costretti a svolazzare da destra a sinistra (e Doris corre pure sulle pareti).
Ma poi un paio di cose Flanagan (che qui é a far danni non solo in regia ma pure in sceneggiatura) ci deve spiegare: questi spettri sono stati anni tra le mura dell'edificio e aspettavano una tavoletta Ouija per manifestarsi? Quando l'inquilina faceva sedute spiritiche quotidiane? E perchè mai le vittime del "medico del Diavolo" sarebbero così incattivite contro i nuovi inquilini? Certo, di fronte a film di questo tipo non vale più la pena approfondire. Vanno accettati per quello che sono: blockbuster alla ricerca di un facile successo/guadagno (che peraltro spesso ottengono).
Citazione
"Vuoi sentire una cosa assurda? Lo sai come ti senti mentre ti strangolano? All'inizio avverti una pressione sulla gola, ti lacrimano gli occhi e incominci a sentire un sapore molto, molto acido in bocca. Poi è come se ti accendessero un fiammifero esattamente al centro del petto. E lentamente il fuoco sale, e ti riempie tutti i polmoni e anche la gola, e ti arriva dietro agli occhi. E alla fine, quel fuoco diventa ghiaccio. Come spine fatte di ghiaccio che ti si infilano nelle dite delle mani, dei piedi, e nelle braccia. Vedi le stelline, poi il buio assoluto. E l'ultima cosa che senti è... il freddo!"
(Doris/Lulu Wilson)
Il bluray Universal è ovviamente eccezionale: formato 1.85:1 ed audio 5.1 Master HD. Vano extra con backstage ed interviste nonché audiocommento del regista per tutta la durata del film (con sottotitoli in italiano).
Nota a margine: film sulle tavolette Ouija (il nome deriva dall'accoppiamento del termine sì in francese e tedesco) ultimamente ne sono stati fatti diversi. Uno dei primi, e più celebri, è stato diretto da Kevin Tenney nell'ormai lontano 1986: non è un granché, si intitota Spiritika ed ha pure un seguito. Allo stato attuale resta però il migliore del lotto.
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