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Jason Bourne

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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La recensione su Jason Bourne

di ethan
6 stelle

Jason Bourne (Matt Damon) vive in Grecia, guadagnandosi da vivere facendo dei combattimenti clandestini di pugilato, quando viene avvicinato dall'agente CIA Nicky Parsons (Julia Stiles), che gli rivela la sua reale identità ma viene uccisa da un cecchino, Asset (Vincent Cassel), inviato dal direttore dell'Agenzia di Intelligence americana, l'infido Dewey (Tommy Lee-Jones): l'ex agente è costretto così a fuggire di nuovo, ma troverà un inatteso alleato interno alla CIA, l'esperta (nonché determinata e carrierista) di sistemi informatici Heather Lee (Alicia Vikander).

'Jason Bourne' è il quarto capitolo - escludendo lo spin-off con protagonista Jeremy Renner nei panni dell'agente Aaron Cross, per la regia di Tony Gilroy - della saga dell'ex agente, colpito da amnesia, interpretato con rude mestiere da Matt Damon, nato dalla penna di Robert Ludlum, ed il terzo diretto dal britannico Paul Greengrass: il film segue la linea già tracciata nei precedenti episodi della serie, con un plot che mescola con abilità (ma anche una certa grossolanità) elementi attinti da Spy Story, Action e Thriller, parlando di un argomento molto attuale - cioè il controllo da parte di grandi strutture governative sulle informazioni e i dati sensibili di una quantità enorme di persone, cosa questa che viola le basilari libertà di ogni individuo - è ambientato in molteplici location sparse per il pianeta - stavolta Grecia, Langley ovviamente, Londra, Berlino, Washington, Las Vegas e Roma - ed ha come fulcro il peregrinare continuo di Bourne, sempre braccato dai suoi ex superiori e alla ricerca di notizie sul suo passato.

Greengrass opta per il suo usuale marchio di fabbrica, ossia una regia ipercinetica che, nelle elaboratissime ed acrobatiche scene d'azione, che costituiscono ancora una volta il punto di forza del film - la caotica sequenza avente come sfondo Londra a Paddington Plaza toglie il fiato - è funzionale alla narrazione, dando un ritmo inarrestabile alla pellicola, ma che nelle scene dialogate impedisce più di una volta di comprendere con precisione quanto accade e di concatenare causa ed effetto. Ne sortisce quindi un'opera parossistica e a tratti confusa, inferiore a tutte le precedenti, che sebbene ci dica fatti importanti sul passato del personaggio principale non aggiunge in effetti nulla di nuovo alla serie, anzi reiterando una formula che pare giunta al massimo della sfruttabilità.

Il corposo cast fornisce diligenti prove attoriali, limitate dalla bidimensionalità - chi in chiave positiva, chi in chiave negativa - dei rispettivi personaggi portati sullo schermo.

Ripetitivo.

Voto: 6.

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