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Jason Bourne

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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La recensione su Jason Bourne

di M Valdemar
7 stelle

 

locandina

Jason Bourne (2016): locandina

 


«Ricordo. Ricordo tutto».
E pure noi ci ricordiamo tutto, ogni capitolo della storia/esistenza bourniana. Così come ci imponiamo di non ricordare l'apocrifo The Bourne Legacy, così brutto e sbagliato: un intruso, altro che eredità.
D'altronde la saga della spia senza memoria divenuta preda numero uno dell'Agenzia ha segnato una parte fondamentale del cinema d'azione degli ultimi quindici anni, e di conseguenza dell'immaginario collettivo, dentro il quale sono confluiti realismo spinto e paranoie globali.
L'intuizione alla base della ripartenza - desiderata un po' da tutti: studios, autori, attore, pubblico - è semplice: riappropriarsi dell'eredità, della propria identita. Come? Attraverso un altrettanto semplice disegno di "ricalco". Ma fatto come miglior ingegno comanda, da mani e menti che hanno familiarità, padronanza, paternità con il soggetto.
In fondo Jason Bourne - nome, cognome, Matt Damon, riaffermazione di (tutti i) sé - altro non è che una rielaborazione/rivisitazione/rilettura degli episodi 2 e (soprattutto) 3.
Un'operazione - intelligente e inevitabilmente limitata - di riscrittura di ogni componente essenziale: struttura e impostazione narrativa, composizione dei personaggi (dal nuovo bastardissimo capo della CIA interpretato da Tommy Lee Jones, al capo della Divisione Cyber interpretato da un'ambigua Alicia Vikander il cui ruolo evoca prima quello di Nicky Parsons e poi quello di Pamela Landy), configurazione estetico-visiva, presenza/enfasi registica e di montaggio, partitura sonora, lettura critica delle psicosi odierne (a partire dall'eterno scontro privacy vs. sicurezza).
Frammenti conosciuti e validi di una costruzione filmica con la quale identificarsi, riconoscersi e riconoscere valori, dispositivi, codici già immagazzinati nel proprio archivio mnemonico personale. Sì, ce lo ricordiamo.
Vedere l'ipercinetica sequenza - lunga, articolata, complessa - ambientata in un'Atene sconvolta da noti avvenimenti, tra esplosioni, fughe e inseguimenti a rotta di collo, scene di massa e caos, equivale alla catarsi di quando si ripercorrono importanti luoghi familiari. Una sequenza che è il pulsante motore action del film, e la firma: quella di Paul Greengrass (e dei sodali direttore della fotografia e responsabile del montaggio). Riprese frenetiche, convulse, concitate, stordenti, dal flusso interrotto e dal respiro a mille, con la camera a mano armata di tutte le ossessioni del regista.
Ritorni e ricordi disseminati lungo la solida linea narrativa e attorno all'area dei contenuti (sempre nella sottodimensione del déjà-vu, con i dovuti accorgimenti del caso e aggiornamenti: si accenna a Snowden, si insinua il ruolo prepotente dei social media): tra eventi traumatici, asset spietati con la faccia cattivissima di un Vincent Cassel impeccabile, rivelazioni dal passato, sporchi giochi di ruolo all'interno dell'Intelligence e altri spettacolari azzanni action quali la sequenza a Las Vegas e il corpo a corpo finale, l'organismo bourniano (ri)vive e riaccende le proprie memorie, connettendosi con sé stesso e con lo spettatore.
Come e persino nella scena finale: un passo avanti, lo stupore nello sguardo dell'altra. È sempre Jason Bourne a condurre le danze, spiare, controllare.
Aprire ad un eventuale, possibile prosieguo (che dovrà però avere il coraggio di andare avanti).

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Ultimi commenti

  1. amandagriss
    di amandagriss

    ottimo il tuo scritto, mi hai fatto venir voglia di andarlo a vedere, fino adesso, non ho visto nessun capitolo della saga (certo è strano per me, mah...) ma posso cominciare ora andando a ritroso oppure mi faccio bastare questo che come hai ben detto è un pò la summa visivo-concettuale dell'intero originale progetto per 'ricordarci' chi sono stati/sono Jason Bourne-Matt Damon, Paul Greengrass e la loro creatura
    ciao

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Beh, questo lo puoi vedere anche così senza sapere nulla dei precedenti. Poi meglio recuperare dal primo, ecco (ma salta tranquillamente quella roba con Jeremy Renner).
      Ciao

    2. amandagriss
      di amandagriss

      sissì :)

  2. AgentCooper
    di AgentCooper

    Per me è un buon film, coerente con i temi dei precedenti Bourne (la trasparenza, la privacy e così via). Ottima la regia così come le scene d'azione. L'unico problema sono i risvolti di una trama fin troppo prevedibile .

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Coerenza, certo: è ciò che desideravano un po' tutti dopo l'infelice (eufemismo) intermezzo apocrifo. Forse troppa, ecco: personalmente avrei preferito osassero maggiormente, sia come narrazione sia nella forma. Rimane però un prodotto sopra la media. Ciao.

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