Regia di Kevin Smith vedi scheda film
Tff 34 – After hours.
Gira la ruota, gi-ra-la. Già da qualche anno a questa parte, ogni nuovo film di Kevin Smith è un’autentica incognita, con una tendenza complessiva piuttosto preoccupante. In ogni caso, in Yoga hosers si poteva riporre qualche speranza data la sua derivazione da Tusk, talmente bislacco e improbabile da aver trovato (anche e non solo) un nutrito gruppo di estimatori.
Purtroppo, ci troviamo al cospetto di un film che rende a dir poco ardua ogni possibile attività di difesa.
Colleen Collette (Lily Rose-Depp) e Colleen McKenzie (Harley Quinn Smith ) sono due amiche del cuore e colleghe che vedono sfumare la partecipazione a una festa, ma hanno la brillante l’idea di invitare tutti nel locale dove lavorano.
Peccato che gli unici due ragazzi che si presentano abbiano brutte intenzioni e soprattutto che sotto il loro negozio sono proliferati dei mostri di origini lontane nel tempo. In loro aiuto, sopraggiunge il detective Guy LaPointe (Johnny Depp) per affrontare quello che sarà uno scontro a viso aperto.
Satana e yoga, commesse ragazzine e nazisti, un detective con nei che non stanno al loro posto e un uomo nascosto da tanti anni nel sottosuolo; una macedonia di assurdo e grottesco che sembra girata tutta d’un fiato e alla viva il parroco da quanto è svuotata di un qualunque motivo di interesse.
Occorre precisare subito che, per quanto sia segnalato come un horror, non ha alcuna possibilità di spaventare e, purtroppo, anche la risultante comica non va molto oltre (lo zero), al più ricolma di assurdità che però non producono niente di diverso dal volgare o semplice cattivo gusto, visivo, musicale o percettivo che sia.
Addirittura, troviamo maltrattati i cabinati da sala giochi degli anni ottanta, utilizzati per suoni e presentazioni, e in sottofondo c’è troppo musica, talvolta anche mixata malamente con le voci per volume e coordinazione.
Ed è inoltre un peccato che il bizzarro personaggio di Guy Lapointe non abbia la possibilità di rievocare il potenziale intravisto nella sua incursione in Tusk, mentre per il resto, tra dei mostriciattoli dall’aspetto buffo che fanno addentrare nei territori dello scult assoluto e un attacco frontale fuori posto ai critici e agli hater, è proprio notte fonda.
Si salva giusto qualche innesto, come la goliardia della royal rumble tra un esercito di nazi-salsicce e le due commesse, ma è poco, per non dire pochissimo; ormai il nome di Kevin Smith, innalzato al rango di regista cult grazie in primis a Clerks, sembra un mero specchio per le allodole tanto che, aleggia il dubbio che Yoga hosers sia uno scherzo di cattivo gusto, talmente esile da non possedere la minima consistenza, capace solo di girare a vuoto.
Alla mezza stella in più del minimo, arriva solo grazie alla sua follia.
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