Regia di Mickey Keating vedi scheda film
Da difendersi per perorare la causa di un prestito negato alla necessità di salvarsi la pelle il passo è rapido e catapulta Vivian in un labirinto di orrori che sopravvivono ai margini di un'America dimenticata folle e rancorosa. Nuovo horror-pulp seppiato e godibile del giovane Keating.
Carnage Park (2015): locandina
Due uomini in fuga dopo una rapina ai danni di una banca di un paesino sperduto della immensa periferia americana; un'azione organizzata in modo approssimativo e istintivo. Uno dei due criminali è ferito gravemente, l'altro è alla guida, tesissimo, stressato, irascibile.
Un incipit forte, prepotente, che ci getta senza tante spiegazioni in mezzo ad una arena sanguinosa e ci costringe ad ambientarci in fretta, a cercare di capire e mettere insieme i dettagli di un puzzle concitato che poi, grazie a flashback successivi, riusciamo in qualche modo a ricomporre.
Carnage Park (2015): Ashley Bell
E poco dopo una nuova insolita soluzione, vista raramente, alcune volte in capolavori inimitabili come ad esempio Psycho: il protagonista non è affatto chi appare all'inizio, ma invece esce letteralmente dal cappello del nostro sadico illusionista horror, solo dopo un quarto d'ora circa dall'inizio.
La vicenda infatti abbandona presto l'esito fallimentare della rapina per concentrarsi sulla figura esile e comprensibilmente nervosa della giovane Vivian, fuoriuscita dal bagagliaio dell'auto in qualità di ostaggio e garante della buona riuscita dell'operazione.
Carnage Park (2015): Ashley Bell, James Landry Hébert
Nella fuga i due malviventi sono finiti nel territorio (desertico, inospitale, tetramente desolato dove si respira aria i morte violenta) di uno psicopatico cecchino che vive per difendere il suo territorio, utilizzando efferate tattiche militari da consumato soldato professionista.
Il fulcro della concitata vicenda, che poco dopo l'inizio comprendiamo essere ambientata in un passato non lontano (fine anni '70 ci confermano i dati ufficiali della pellicola), è la tenace lotta per la sopravvivenza che la minuta ma tutt'altro che arrendevole Vivian disputa con il folle killer.
Survival-horror-pulp girato con dinamismo e riprese piuttosto galvanizzato, Carnage Park è il nuovo stimolante horror dell'enfant prodige Mickey Keating (classe 1990), che ho già avuto modo, proprio di recente, di apprezzare nel luciferino e labirintico Darling.
Carnage Park (2015): Mickey Keating
Citazionista non solo per vezzo, ma anche a ragione veduta, Keating firma stavolta un horror che è impossibile non avvicinare alla scuola tarantiniana, ma che l'autore tuttavia rivela di aver costruito pensando al cinema di Peckimpah e del cineasta Peter Watkins.
Ad ogni buon conto, Carnage funziona soprattutto nella concitata e saldamente organizzata prima parte. Keating non perde tempo e organizza l'azione rispettando ritmo e tensione, e fornendoci un efficace e scandagliato ritratto di donna,combattuta e risoluta, per nulla arrendevole nonostante le apparenze, che evita di entrare nei dettagli inutili, concentrandosi sulle sue reazioni a caldo di fronte all'orrore crescente di una strage in corso.
Carnage Park (2015): Pat Healy
Poi purtroppo, quando è il momento di concentrarsi sul folle militare assassino il regista pare smarrirsi, tergiversare, incapace di darci almeno un abbozzo compiuto di un cattivo che rimane solo tratteggiato, ma per nulla caratterizzato. Le locations, la periferia kitch e abbandonata a se stessa, gli oggetti macabri appesi tutto intorno alla grotta-abitazione-rifugio tattico, ricordano, a tratti, alcuni film di Rob Zombie, ma quest'ultimo in genere si concentra saggiamente con più cura nella identificazione del suo "mechant" di turno.
Carnage Park (2015): scena
Detto questo, il piccolo horror comunque nel suo complesso si rivela godibile, adrenalinico quanto basta, coadiuvato dalla presenza preziosa della minuta Ashley Bell, attrice molto utilizzata nel filone horror (sarà la nuova Jamie Lee Curtis?): minuta e fragile nel suo puerile vestitino a fiorellini, viso antico, carino ma un pò demodé, la Bell è una donna combattiva giunta in banca per perorare con vigore la causa di un prestito negato dall'istituto per venire incontro alle cure del padre malato, ma costretta poi a lottare, con ben altro impeto, per salvaguardare la sua vita, prima di tutto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta