Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Originale film bellico, ma decisamente contro la guerra. Fa uso di soluzioni narrative e tecniche che ricordano le avanguardie degli anni '60 e ha un ritmo piuttosto lento, tranne che nei combattimenti della parte finale. Alcuni momenti sono commoventi e molto efficaci quanto a dimostrare come la guerra sia crudele e assurda, ad es. l'uccisione degli infiltrati tedeschi nel parco e quella del suonatore di flauto in mezzo ai rami, che neppure si vede. Accanto a questi ci sono altri passaggi più deboli, forse a causa delle stesse soluzioni tecniche e narrative un po' troppo forzate e tirate per i capelli. L'episodio della Volkswagen che galleggia nel fossato del castello proprio non l'ho capito; se fosse stato parte di un film comico (come l'episodio del maggiolone nel Dormiglione di Woody Allen) avrei riso, ma in questo film e con questo tono rimane enigmatico. Poi, accanto ad un giusto elogio dell'arte anche sacra anch'essa distrutta dalla guerra, c'è un evidente anticristianesimo che si vede chiaramente nel manipolo di pazzoidi evangelisti, che vagano qua e là cantando canti religiosi stonati e sgraziati. E' una ramificazione del pacifismo ateo, oggi tanto di moda. Quanto alla nobiltà, viene rappresentata come un mondo quanto mai marcio e decadente, che però fa di tutto per darsi delle arie di rispettabilità e di salute: vedasi il conte impotente che ha sposato la nipote (bellissima l'attrice). Un matrimonio del genere non credo verrebbe accettato dalle leggi civili, e neppure dalla Chiesa. Per avere un erede è compiacente verso le continue scappatelle della consorte, che non sembrano neppure urtarlo. E' quindi un matrimonio e un rapporto svuotato di senso, di contenuto, ed è solo immagine esteriore (a momenti neppure quella). Sidney Pollack avrebbe dato risultati decisamente superiori coi complotti politici e le commedie. Questo film è accettabile nel suo insieme, ma ha diversi elementi che non convincono, e qua e là scarroccia fuori strada.
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