Regia di Danielle Arbid vedi scheda film
In pieni anni ’90 la bella Lina, appena maggiorenne, viene mandata dai genitori lontano dalla tormentata terra libanese ove è nata e risiede la sua famiglia da generazioni. La ragazza infatti si trasferisce a studiare a Parigi, ospite presso una zia.
Tuttavia le attenzioni malsane del compagno di quest’ultima, la inducono in poco tempo a cercare una fuga altrove: sola, senza amici né mezzi di sostentamento, troverà il coraggio di chiedere aiuto ad un paio di compagne di corso conosciute il giorno stesso all’inizio delle lezioni.
Nonostante la timidezza e la ritrosia, la ragazza, piuttosto avvenente, che riesce nel frattempo a rendersi almeno parzialmente indipendente con un piccolo lavoro presso un’agenzia immobiliare, si troverà circondata di attenzioni da parte di maschi, coetanei e non: dal ricco uomo d’affari sposato, ai coetanei che la circondano di attenzioni: Lina ama la vita e le esperienze che ne costituiscono il principale e più naturale richiamo.
“Peur de rien”, questo il titolo originale decisamente più azzeccato e strettamente inerente lo stato d’animo della protagonista, è un racconto di ampia ispirazione autobiografica con cui la regista libanese Danielle Arbid ci parla di stati d’animo realmente vissuti nel suo tentativo di trovare nuove aperture col trasferimento da Beirut alla capitale francese. Ed è proprio la sensazione a pelle che emerge dallo stato d’animo della valida e fresca protagonista Manal Issa il vero fulcro e la vera potenza di un film fresco e schietto che sa puntare al concreto pur concentrandosi a descrivere le emozioni interiori della nostra temeraria intrepida protagonista.
Le fanno da contorno validi attori giovani, alcuni piuttosto noti come il “nerd ma non troppo” Vincent Lacoste e l’aitante Paul Hamy, mentre la brava Elina Lowensohn si distingue nell'intenso ruolo di una matura "collega" della protagonista, pure lei in attesa di una sentenza per l'assegnazione dell'agognato permesso di soggiorno.
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