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Colossal

Regia di Nacho Vigalondo vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Colossal

di alan smithee
7 stelle

"C'è un mostro in ognuno di noi".... recita il fiano su uno dei manifesti di questa bizzarra commedia fantascientifica.

Che ha un incipit da manuale: una bimbetta di etnia asiatica gioca nel parco con la sua simil-Barbie, poco distante dalla mamma, quando un fragore potente ed incontrollato la distoglie e, attraverso lo stupore dei suoi occhi, intuiamo che davanti ai suoi occhi le si pone di fronte da mettere a fuoco qualcosa di terribilmente spettacolare; una creatura così soprendente e gigantesca da agghiacciarle l'espressione.

Passano gli anni, circa un quarto di secolo per l'esattezza, e in un altro continente, quello americano, ci imbattiamo in Gloria, una trentenne un pò balzana, insicura, afflitta da poco monitorabili tendenze autodistruttive, così moleste ed invasive da riuscire a comprometterle la carriera professionale, e la propria apparentemente solida situazione sentimentale: tutto nell’arco di poche, devastanti ore cruciali.

Decisa a riprendere le redini della propria vita irrisolta, la donna fa ritorno al suo paese natale, ove incontra un caro amico d’infanzia che l’accoglie nel migliore dei modi, offrendole altresì una occupazione nel proprio locale adibito a pub.

Le cose sembrano andare un po’ meglio per la ragazza, sinché un giorno, dal televisore enorme donatole poco prima dal generoso e probabilmente non disinteressato Oscar, la ragazza apprende dell’esistenza, tra le strade di Seoul, in Corea del Sud, di un mostro gigantesco che terrorizza la popolazione, seminando panico e danni, oltre che vittime.

Esterrefatta come tutta l’opinione pubblica, la ragazza intuisce - da un particolare e buffo, ovvero un incongruo se non ridicolo (non fosse che c'è davvero poco da scherzare tra le strade devastate di Seoul) atteggiamento del mostro, che con una certa cadenza si gratta in modo singolare la testa, rivelando un'espressione (esilarante, ve lo assicuro!) che non si addice all'etichetta del mostro quale si presenta, proprio come fa Gloria nei momenti di stress - che la creatura altro non è se non l’avatar della mite, in fondo insignificante ragazza: come una proiezione primitiva e distruttiva che agisce di riflesso sugli istinti incontenibili che la stessa, apparentemente mite ed indifesa, non è più in grado di trattenere.

Ma come è possibile che la reazione emotiva della ragazza possa scatenare un effetto così “colossale” e distruttivo agli antipodi del globo terrestre?

Meno male che, nell'universo affettivo di Gloria, esiste quel "medioman" rassicurante ed efficace di Oscar, che saprà anche lui esprimersi con la stessa intensità e prorompenza della sua bella e stralunata amica.

Da un soggetto folle a tal punto che solo pochi altri, oltre a quel pazzo indomito di Nacho Vigalondo di Los Cronocrimenes (autore pure dell'improbabile script, oltre che responsabile della direzione) potevano concepire (e sostenere) senza pericolo di cadute rovinose - l’estroso ed incontenibile regista iberico ci sorprende nuovamente con una nuova commedia fantascientifica sulla scia dell’altrettanto bizzarro e gasatissimo, oltre che azzardato Extraterrestre: una fantascienza all’apparenza seria e tesa, che nasconde (fino a quando può) una ironia di fondo in cui il cineasta pare prendersi clamorosamente gioco degli spettatori: che ormai hanno quasi tutti – almeno quelli che lo apprezzano - imparato a conoscerlo, cogliendone il sofisticato senso di humor, le citazioni e gli omaggi al cinema di genere che fu. Ingredienti ed espedienti peraltro alla base del suo folgorante e già citato esordio, Los Cronocrimenes.

Protagonisti del folle evento, incontriamo due motivati e validi interpreti come Anne Hathaway e Jason Sudeikis, coppia di fatto perfetta, ma incapace, nella incredibile concitata storia che li coinvolge, di cogliere i momenti giusti per sviscerare con naturalezza questa compatibilità sentimentale che li contraddistingue.

Dopo la mezza delusione rappresentata da “Open Window”, datato 2014, e pure lui come questo ultimo “americano” nel cast e nei capitali, questo ancor inedito (ma quale film di Vigalondo è mai apparso ufficialmente sui nostri schermi?) Colossal rappresenta ciò che di meglio - per chi apprezza l’originale ed estroso cineasta spagnolo - può e deve aspettarsi di veder rappresentato quando ci si trova di fronte un opera di questo estroso e stimolante incantatore di pubblico.  

 

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