Espandi menu
cerca
Colossal

Regia di Nacho Vigalondo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Atreides

Atreides

Iscritto dal 9 novembre 2017 Vai al suo profilo
  • Seguaci 15
  • Post -
  • Recensioni 35
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Colossal

di Atreides
7 stelle

Avete presente la teoria del caos? Un battito d'ali di una farfalla può provocare uno tsunami a Tokyo, e non a caso dico Tokyo perché la capitale giapponese è la città attacata da Godzilla e qui Godzilla c'entra un poco. Ma andiamo con calma. Alla fine, è vero, il caos su scala macrospica può scaturire da qualcosa di microscopico, no, non in senso universale, o almeno non è quello che viene da dire qua, in senso socio-psicologico-affettivo-relazionale. In un mondo sempre più interconesso, in cui ogni rapporto dipende dalla presenza e dalla tipologia di altri, diventa facile fare del male a qualcuno semplicemente muovendosi. La mente che genera un effetto cascata che coinvolge tutto ciò che ci circonda.

 

Colossal, di Nacho Vigalondo, regista di quel geniale Los Cronocrimes nell'ormai lontano 2007, è caotico in questo senso. Mostra rapporti incongruenti e paradossali. È un film che parte da un'idea così folle che si poteva facilmente scadere nel ridicolo, ma il regista-sceneggiatore qui riesce a compiere un piccolo miracolo, generando un ibrido dramma-commedia-monster movie dai toni agrodolci e stralunati.

 

Gloria perde il lavoro e il fidanzato, e così aggiunge due perdite al suo già precario equilibrio psicologico a causa dei suoi problemi con l'alcol che ha loro volta hanno avuto un ruolo abbastanza corposo nella perdita sia del lavoro che del fidanzato, già insofferente da tempo. Così decide di ritornare nella sua cittadina natale, promettendo all'ormai ex-fidanzato, che da Gloria comunque aveva intenzione di prendersi solo una pausa, di cercare di rimettere insieme i cocci della sua vita e poi tornare da lui. Incontra l'amico di infanzia Oscar, che oltre ad aiutarla a mettere a posto la casa, le offre un lavoro nel suo bar. E qui la scoperta sensazionale, c'è un mostro, un kaijiu che attacca Seul e dopo che il grattarsi la testa del mostracchione (come mostra la locandina) le fa venire il dubbio, scopre che è lei stessa a controllare il mostro, esso è un suo avatar ed è legato al suo stato psicologico. Ciò le fa pensare che rimettere insieme i cocci della sua vita sia una questione più grande di lei, una questione di sicurezza globale, e quindi deve raggiungere al più presto l'equilibrio mentale è affettivo. Le cose si complicano quando, sempre a Seoul appare un robottone gigante, che non è altri che Oscar. E qui il film comincia a diventare più amaro.

 

Colossal mette tanta carne al fuoco. Nonostante la protagonista abbia superato i 30 anni, si trova in quella delicata fase di transizione tipica di quando si è appena diventati adulti, una fase sempre più complicata nonostante un'epoca che dovrebbe facilitarla. C'è poi il desiderio di fuga, il disprezzo di se stessi a cui può portare la noia della provincia, questo nel personaggio di Oscar, che comincia a provare il desidero di spezzare la monotonia attraverso la creazione di caos ad un oceano di distanza. C'è la già citata riflessione sul fatto che le conseguenze di un'azione non sempre pesano quanto il suo compimento oltre a una fotografia dell'incongruenza e della vastità di rapporti interpersonali in quella scala che non comprende solo le sfumature dello spettro visibile ma anche colori per i quali non abbiamo un nome.

 

Non è un film colossale come il suo titolo, ma una bella conferma per un regista veramente da tenere d'occhio.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati