Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Dodici astronavi sbarcano in altrettanti punti della Terra: una linguista e un fisico teorico sono chiamati a collaborare con l’esercito americano per tentare di stabilire un contatto con gli alieni arrivati in Montana, che hanno la forma di enormi calamari; intanto tutti i paesi interessati condividono reciprocamente i progressi delle loro scoperte. Un film vagamente schizofrenico: per la maggior parte del tempo procede senza fretta, concentrandosi con pazienza e puntigliosità sui problemi legati al linguaggio (per inciso, non è chiaro come esseri a sette zampe abbiano potuto elaborare il sistema metrico decimale; ma forse lo usano solo a beneficio degli umani), mentre ci si chiede il senso di tutti quei flashback sulla figlia morta. Poi, verso la fine, la comunicazione fa passi da gigante e c’è un fuoco di fila di trovate: Ultimatum alla Terra, la teoria dei giochi, la non linearità del tempo. Se ne esce frastornati e anche un po’ delusi: tutti i conti tornano, è vero, ma solo ricorrendo a effettacci di bassa lega. E non parliamo poi del fastidioso sottofondo nazionalista: ricordate che noi americani siamo sempre i più affidabili, e che i veri piantagrane sono cinesi e russi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta