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Arrival

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Arrival

di port cros
7 stelle

Un originale film di fantascienza adulta e intimista, che parte sommesso e sale in crescendo. Un'opera stratificata e complessa in cui tiene insieme in equilibrio diversi livelli: il mistero sull'enigma da decifrare , la riflessione scientifica , filosofica e anche politica ed un nucleo emotivo intimista e commovente. Voto: 7,33 su 10

 

Amy Adams

Arrival (2016): Amy Adams

 

Aggiornamento recensione del 01/12/2024 , dopo una seconda visione

 

 

Dopo una serie di ottime pellicole (La Donna Che Canta, Enemy, Prisoners, Sicario) che lo hanno consacrato come un astro nascente del cinema mondiale, il canadese Denis Villeneuve si cimenta con un nuovo genere: la fantascienza.

Al centro della storia c'è la linguista Louise Banks (Amy Adams), che una serie di flashback ci mostrano reduce da un devastante lutto familiare, condotta dall'esercito in Montana , dove è atterrata una delle dodici navicelle aliene giunte in diversi punti del pianeta. A Louise viene affidato il compito di stabilire una comunicazione con gli extraterrestri e cercare di rispondere alla domanda sul perché siano giunti sulla Terra. Insieme a lei viene reclutato anche il matematico Ian (Jeremy Renner), per affiancare all'approccio linguistico uno più rigorosamente scientifico. Louise ed Ian vengono così ripetutamente inviati all'interno della navicella aliena, che si libra ad alcune decine di metri da terra e dove la gravità è invertita lateralmente, per una serie di “colloqui” con due extraterrestri eptapodi, soprannominati Tom e Jerry (nell'originale Abbot and Costello cioè Gianni e Pinotto), che ai cartelli scritti dalla linguista rispondono tracciando segni circolari nella loro indecifrabile scrittura. Alla pressante questione tentano di rispondere anche gli altri Paesi interessati dall'atterraggio delle navicelle, dando diverse interpretazioni ai messaggi alieni, pacifiche o bellicose a seconda dei pregiudizi dei recettori, e reagendo addirittura con dichiarazioni di guerra ad un segno mal tradotto. Il film ci mostra anche come il rapporto con la minaccia/opportunità rappresentata dalla presenza extraterrestre influenza i rapporti tra le nazioni della Terra, portandole a volte verso una proficua collaborazione, a volte allontanandole quando prevalgono i reciproci sospetti e la tentazione di reagire con la violenza al timore dell'ignoto.

 

Se il contatto e la comunicazione tra umani ed alieni “buoni” erano già stati portati sul grande schermo da Steven Spielberg con “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, i temi centrali di Arrival sono quelli interconnessi del linguaggio e della percezione del tempo. Se per noi umani la scrittura e la percezione del tempo sono lineari, per gli eptapodi sono invece circolari: per questo motivo i loro grafemi sono cerchi ed il passato ed il futuro non sono consequenziali. Comunicando con “Tom e Jerry” ed apprendendone il linguaggio, la mente della Banks inizia a lavorare secondo i loro schemi cognitivi, secondo i postulati dell'ipotesi di Sapir-Whorf: così ci rendiamo conto che quelli che credevamo inizialmente essere flashback sulla vita familiare di Louise ed il dramma della prematura morte della figlia sono in realtà flash-forward su un futuro di cui la donna prima ancora di viverlo viene a conoscenza, ma che decide di accettare in tutta la sua tragicità, una scelta moralmente impegnativa che non verrà condivisa dal futuro marito Ian.

 

 

Amy Adams

Arrival (2016): Amy Adams

 

La prima volta che vidi la pellicola al cinema nel 2016 mi lasciò perplesso, era il primo film di Denis Villeneuve che mi deludeva : avevo trovato la sceneggiatura troppo enigmatica ed oscura, difficile da seguire ed infatti avevo scritto una recensione poco entusiastica. Rivendendo il film dopo qualche anno, devo ammettere che mi ero sbagliato, probabilmente allora non ne avevo compreso la profondità.

L'unica critica che mi sento ancor oggi di condividere della vecchia recensione è quella sulla resa dell'aspetto degli extraterrestri, sorta di mani (o polpi) affusolate e legnose, e delle loro navicelle, insipidi fagioli. 

 

Le riflessioni stimolate dal film, tratto dal racconto “Storie della tua vita” dello scrittore di fantascienza Ted Chiang, sono indubbiamente interessanti ed affascinanti e Villeneuve le sviluppa sullo schermo in maniera intrigante, facendoci percorrere passo passo il percorso di scoperta e rivelazione seguito dalla protagonista, che all'inizio brancola come noi nel buio di fronte a quei segni indecifrabili che paiono macchie di Rorschach, poi man mano che insegna e impara da loro comprende il dono che i visitatori stanno portando all'umanità e il senso delle visioni che le attraversano la mente da quando ha cominciato a comunicare nella loro lingua e quindi a pensare come loro , che sono una sorta di ricordi del futuro che giocheranno un ruolo vitale per scongiurare l'incombente conflitto. Conseguente al percorso narrativo scelto dal regista è che all'inizio anche lo spettatore rimanga perplesso e spaesato non comprendendo appieno a cosa stia assistendo, ma se ci si mantiene concentrati nella seconda parte quando si mettono insieme i pezzi del puzzle la visione diventa gratificante. Sono degne di lode le musiche sottilmente inquietanti di Jóhann Jóhannsson, così come l'interpretazione trattenuta ma intensa di Amy Adams.

 

 

Amy Adams

Arrival (2016): Amy Adams

 

La bravura d'autore di Denis Villeneuve è quella di aver saputo costruire un originale film di fantascienza adulta, che parte sommesso e un po' ostico ma poi sale in crescendo fino a riportarci ad una chiusura che non può che essere circolare come la mente di chi parla la lingua aliena. Un'opera stratificata e complessa, che forse non avevo capito subito perché richiede più di una visione per essere apprezzata appieno, in cui tiene insieme in equilibrio diversi livelli: il mistero e la suspense sull'enigma da decifrare da una parte , la riflessione scientifica , filosofica e anche politica dall'altra e tutto questo ruota intorno ad un nucleo emotivo intimista e commovente connesso alla vita privata e familiare della protagonista, ai concetti di dono e perdita , all'avvenire di grande gioia e tremendo dolore che riesce a percepire in anticipo e ad a cui decide di andare incontro nonostante tutto: “Despite knowing the journey... and where it leads... I embrace it. And I welcome every moment of it “.


Voto: 7,33 su 10

 

 

 

 

 

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