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Arrival

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Arrival

di Bestia
10 stelle

"E così Hannah, è qui che è iniziata la tua storia: il giorno in cui loro se ne vanno"

“Un tempo pensavo che questo fosse l’inizio della tua storia. La memoria è una cosa strana, non funziona come credevo. Siamo così limitati dal tempo, dal suo ordine.” Per alcuni è tra i migliori sci-fi degli ultimi decenni. Concordiamo. Dodici maestose astronavi extraterrestri, soprannominate "gusci" da parte dei militari degli Stati Uniti, appaiono in tutta la Terra. Nere, misteriose, immense. Un richiamo ai monoliti di 2001 Odissea nello spazio. Non è chiaro il motivo per cui sono arrivate e i luoghi degli attracchi sparsi sul Globo sembrano casuali. La linguista Louise Banks (Amy Adams) è stata selezionata per far parte di una squadra di approccio creata per analizzare e comunicare con gli alieni nel sito degli Stati Uniti in Montana, a causa della sua abilità nella traduzione e una passata collaborazione coi Servizi Segreti U.S.A. La paura è il primo sentimento che prevale sulla popolazione mondiale. Gli umani sono prevenuti perché nella loro millenaria storia hanno sempre privilegiato le invasioni, le conquiste, la forza, alla collaborazione e al sostegno reciproco, con la presunzione di essere sempre più "civilizzati" degli oppressi. Difficilmente prendono in considerazione che l'unione possa fare la forza, condizione, invece, che gli alieni vorrebbero che si verificasse sul nostro pianeta. "Se questo è una specie di primo contatto pacifico, perché mandarne 12? Perché non solo uno?" La paura che gli alieni non vengano in pace è sovrana alla possibilità che non tutti gli esseri viventi abbiano cattive intenzioni. "La lingua è il fondamento della civiltà, è il collante che tiene insieme un popolo, è la prima arma che si sfodera in un conflitto". Grazie a questa sua convinzione, Luise riesce ad avere un approccio diverso rispetto agli altri siti che si occupano di capire che intenzioni hanno questi esseri venuti dallo Spazio. La sua dedizione alla comunicazione la porta ad essere coinvolta nell'ipotesi Sapir–Whorf, conosciuta anche come "ipotesi della relatività linguistica", che afferma che lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è influenzato dalla lingua che parla. Nella sua forma più estrema, questa ipotesi assume che il modo di esprimersi determini il modo di pensare. Louise, inizia a pensare in modo diverso. Gli extraterrestri, soprannominati ectapodi,non hanno correlazione tra ciò che scrivono e cio' che dicono perché utilizzano una scrittura che è simasiografica, non lineare, cioè veicola un significato e non rappresenta un suono. Ma nonostante i suoi progressi, i potenti restano scettici e rammentano gli orrori commessi nella storia degli uomini: "Ricordi come è andata con gli aborigeni? Una razza più avanzata li ha quasi sterminati". Difficile credere che si possa collaborare per migliorare la propria esistenza come: "quando due fanno un patto ed entrambi ne traggono un vantaggio: Gioco non a somma zero". Questo nuovo modo di interpretare, di vedere le cose, di pensare alimenta la speranza di poter colmare le lacune scientifiche e filosofiche cambiando il modo di guardare gli eventi, osservare da un punto di vista diverso nei modi a noi usuali, nel caso di questa storia, una nuova interpretazione dello scorrere del Tempo. Di temi analizzati in questo capolavoro, in realtà ve ne sono molti. Oltre all'importanza della comunicazione, alla collaborazione tra popoli e razze, alla visione più ampia della realtà che ci circonda (e sî, le tematiche trattate sono diverse e affrontate tutte in contemporanea)c'è anche il bisogno di amore di una madre a tutti i costi, nonostante ciò porterà sofferenza. Sentimento , questo, che viene adoperato dal regista per mostrare la nuova comprensione del tempo. L'amore per la figlia Hannah, nome palindromo, lo stesso modo in cui gli eptapodi considerano il tempo. "E così Hannah, è qui che è iniziata la tua storia: il giorno in cui loro se ne vanno"

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