Regia di Cédric Jimenez vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
HHhH, titolo originale della co-produzione granco-americana a buon budget che fa capo ai fratelli Weinstein, è l'acronimo del tedesco "Himmlers Hirn heißt Heydrich, ovvero «il cervello di Himmler si chiama Heydrich».
La storia del famigerato Heydrich, e di tutti gli orrori ed i genocidio che gli girano vorticosamente attorno e sulla coscienza, con epicentro l'attentato ordito da due tenaci oppositori inglesi appartenenti alla resistenza ceca, sembrano le pagine drammatiche, concitate e per questo pure avvincenti di un romanzo, che intende trasferirci nell'epicentro di una Europa dilaniata dalle mire di conquista di una Germania dalle mire più ambiziose e letali.
Un paese che trova nella pulizia razziale, l'occasione per portare avanti il suo folle e sanguinoso progetto di supremazia ai danni dei paesi confinanti, ma con ambizioni di conquista a livello planetario.
A ideale coronamento delle follie incontenibili
di Hitler, il progetto di una persecuzione razziale che porti alla supremazia ariana, trova Himmler il suo teorico piu' convinto e appassionato, e il tenace e vigoroso Heydrich - dopo il suo passo falso iniziale che lo vide cacciato dall'esercito a cura della corte marziale dopo uno scandalo sessuale - il braccio più attivo e determinato per rendere concreto il folle progetto di sterminio. Un ritorno alle armi vissuto da protagonista, quello di Heydrich, grazie soprattutto ad un matrimonio riparatore lungimirante con una ricca donna ariana che lo reintroduce prepotentemente, e non senza che egli sia animato da uno spirito vendicativo contro coloro che lo affossarono in gioventù, negli alti ranghi dell'arma.
Cedric Jimenez, dopo il medio ma ben costruito polar anni '70 French Connection, dirige con accurata diligenza un blockbuster impegnato e ben ricostruito, che su concentra nella sua prima metà unicamente sull'ascesa incontrovertibile del tenace gerarca nazista, sviluppando la vicenda dei due eroici oppositori di origine ceca, solo dopo circa un'ora di storia.
Il concatenamento insolito della vicenda in fondo funziona, come appropriato appare il nutrito cast che compone i molti personaggi che popolano la concitata vicenda.
Jason Clarke, profilo patrizio imponente che ricorda qui biondo un giovane Nick Nolte, e la eterea e "katherinehepburniana" Rosamund Pike esprimono sin troppo platealmente la somatica di una razza ariana che si sente superiore in modo naturale e quasi disincantato. La resistenza ha i volti più dimessi ma non più arrendevole dei baldi e valorosi Jack O'Connel e Jack Reynor, molto somiglianti, quasi come fratelli, senz'altro di causa, mentre intorno a loro gravitano la graziosa Mia Wasikowska e u francesi Celine Sallette e Gilles Lellouche.
Il film piace al pubblico proprio perché non lesina alcun orrore ben noto e la sua storia drammatica viene portata avanti con uno stile classico ed efficace che non si presta ad alcuna sperimentazione o novità che non sia la scelta di movimentare il montaggio separando per circa 3/4 di film le storie delle due fazioni opposte e nemiche.
Insomma un film corretto, che sfugge ogni piu' lontana tentazuone di dire o mostrare qualcosa con uno stile originale o personale cge comunichi novità, ma studiato diligentemente per catturare attenzione e suscitare scosse emotive più che giustificate.
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