Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
1954: Ray Kroc, piazzista di frullatori giganti attivo nell’Illinois, riceve un’anomala ordinazione di sei pezzi dai fratelli McDonald, gestori di un piccolo locale in California; va a conoscerli per curiosità e scopre l’Eldorado. Un’altra storia(ccia) sulle origini del capitalismo americano, con una morale crudele ma in fondo giusta: non basta applicare artigianalmente il fordismo alla ristorazione (esaltante la sequenza in cui i fratelli raccontano come sono arrivati a ottimizzare i risultati in termini di costi e tempi di attesa), per fare il salto di qualità bisogna avere una mentalità spietatamente imprenditoriale e riuscire a fidelizzare una clientela nonostante il lieve ma sistematico peggioramento del servizio (emblematica l’introduzione del frappé in polvere per risparmiare sulle spese di refrigerazione). La maggior parte del film consiste in un lungo scontro a distanza, con telefonate spesso interrotte bruscamente, finché i rapporti di forza si invertono e non importa più chi ha ragione e chi ha torto, ma solo chi può pagarsi gli avvocati migliori; il finale assomiglia a quello di The social network, e non a caso: siamo sempre lì. Bravissimo Michael Keaton, che con la sua eterna aria luciferina interpreta un cretino di talento capace di diventare squalo.
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