Regia di Dexter Fletcher vedi scheda film
La vicenda di Michael "Eddie" Edwards, che riuscì a fare il record per il salto con gli sci dal trampolino per uno sciatore britannico, a Calgary nel 1988, fu più un fatto di colore che una pagina sportiva importante: infatti, la Gran Bretagna non partecipava in tale categoria alle Olimpiadi da oltre sessant'anni, e rispetto ad atleti più celebri o organizzati, Edwards fece un salto relativamente buono. Però ci hanno girato un film sopra, che vede l'estremamente tenace Eddie "L'aquila" ostinarsi a voler arrivare a competere ufficialmente fin da bambino, afflitto da un problema abbastanza grave ad un ginocchio, ma deciso a vincere una medaglia in qualsiasi sport avrebbe potuto farlo: arrivato in Germania, incontra un'ex-promessa statunitense che vive là e questi gli fa da mentore, inizialmente controvoglia. Il film è, in pratica, una biografia probabilmente molto romanzata, su una storia umana tesa a esaltare la bellezza morale di una vittoria non assoluta, ma talmente voluta e cercata da avere la sua aura epica e gloriosa, nonostante tutto e oltre lo scetticismo e la diffidenza dei più. Il pregio maggiore della pellicola diretta da Dexter Fletcher, che vede tra i produttori il Matthew Vaughn regista di "Kick-Ass", è il tono da commedia adottato per raccontare l'epopea di un vincente non partito tale: l'abbinamento tra il goffo ma deciso Taron Egerton ed il "cool" ma rinunciatario Hugh Jackman funziona, e via via, il film, pur nella tradizione del cinema dei buoni sentimenti, riesce anche ad essere avvincente e tenere lo spettatore nella giusta tensione nelle scene delle gare conclusive. Come ogni lungometraggio a base di sport che si rispetti.
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