Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Tratto dal romanzo omonimo di William Goldman, il quale ne adatta qui anche la sceneggiatura, lascia il segno soprattutto in virtù di un buon numero di sequenze da antologia e dell'efficacia nell'immedesimazione dei due attori principali. Dustin Hoffman incarna sostanzialmente l'uomo qualunque, che suo malgrado si ritrova coinvolto in un intrigo più grande di lui, condotto a sua insaputa da persone vicine che mai aveva imparato a conoscere davvero. Laurence Olivier è invece la manifestazione di uno spettro del passato, il riflesso di una disumanità la cui esistenza è bene non dimenticare, perché purtroppo ogni tanto torna a tormentare altre vittime riproponendosi per mezzo di nuovi intermediari. Fra le scene che più rimangono impresse, citerei la tensione da cardiopalmo del rapimento, l'efferata perversione della tortura e la trepidazione dell'inseguimento. Roy Scheider ha inoltre dalla sua un paio almeno di ottimi contributi, nei momenti di fratellanza, nel sospetto del pedinamento, nell'attentato e nell'incontro a tre per mangiare insieme. Mi trovo quindi d'accordo con quanto scriveva il critico Roger Ebert a conclusione della sua recensione: «If holes in plots bother you, "Marathon Man" will be maddening. But as well-crafted escapist entertainment, as a diabolical thriller, the movie works with relentless skill».
Il giovane ebreo newyorkese Thomas "Babe" Levy, studente universitario, divide le sue giornate studiando e allenandosi alla corsa di fondo nel Central Park, amoreggiando con Elsa, una collega svizzera. La sua vita scorre tranquilla fino al giorno in cui suo fratello "Doc", venuto a fargli visita, gli muore fra le braccia ucciso da un'organizzazione malavitosa. Thomas prende la faccenda come un fatto personale e s'imbatte in un anziano criminale nazista...
Governa quei tre-quattro episodi cult che subito si ricordano nel richiamare alla memoria il film.
Sopraffino il suo incarnare lo smarrimento di Thomas Babington "Babe" Levy.
Un glaciale e mostruoso Dottor Christian Szell.
L'impegnato Henry "Doc" Levy.
Peter Janeway, l'amico di Doc.
Elsa Opel, l'amante di Babe.
La musica è di tale Michael Small. In alcuni frangenti si hanno dei suoni inquietanti o molesti.
Pazienza per il ritmo non sempre sostenuto, però certi fili d'intreccio andrebbero forse restaurati.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta