Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Un film che ho guardato da ragazzo, negli anni novanta e che ho trovato davvero ben fatto ma rivisto oggi, a distanza di quasi quarant'anni dalla sua uscita cinematografica, spinge a ridisegnare un po' i confini del mio entusiasmo. Innanzitutto il film resta bello e avvincente seppur "soffocato" da un prologo esageratamente lungo e da ritmi (consentitemi il gioco di parole) più da maratoneta che da sprinter. Un'andatura senza impennate eccessive che tocca alcune tappe della storia americana come il maccartismo, il "nascondino" tra CIA e servizi segreti nonché l'olocausto (quest'ultimo molto marginalmente ma con il giusto peso d'incidenza sulla trama). Il film di Schlesinger "colpisce alle spalle", nessuno può fidarsi di nessuno e in questa querelle (come spesso accade) finalizzata alla ricchezza (nel film si parla di traffico di diamanti) resta invischiato per caso il giovane Levy (Dustin Hoffman), un timido studente alla facoltà di storia con la passione per le corse di fondo e una tragedia familiare che aleggia sul suo passato. Si contrappone a lui il gelido Szell, uno spietato nazista senza scrupoli interpretato da Laurence Olivier. Rivisto oggi il film ha un "sapore" un po' antico, come di stagionato oltremisura, con le musiche che alla lunga finiscono per stancare, cosa che vale anche per gli estenuanti silenzi; insomma la differenza di contesto si vede in ogni frame e spicca ancora di più nella versione italiana munita di un doppiaggio imbarazzante, al limite dell'amatoriale. Tuttavia, restando coerente con la mia prima impressione (in un film è quella a cui do più valore) anche se smussandone qualche contorno eccessivamente positivo, continuo a considerare IL MARATONETA un film molto valido che se mai dovessi rivedere sarà sicuramente nella versione in lingua originale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta