Regia di Garth Jennings vedi scheda film
Se di occasione è giusto parlare quando qualcuno si cimenta con una galleria di animaletti animati, allora questo “Sing” è un’occasione mancata. Mancata due volte: la prima perché gli animaletti animati fanno sempre divertire, specie se ben disegnati, colorati e illuminati (produzione “Illumination”, quindi ben collaudata), specialmente se sono tanti, come sono tanti in questo cartoon. La seconda perché in ambito musicale, dove peraltro le scelte musicali mi avrebbero trovato non solo consenziente, ma quasi entusiasta (una per tutte: una versione classica di “Gimme Some Lovin’” che introduce nella narrazione panoramica del film). Gli autori, a mio parere, commettono il doppio errore di voler inanellare troppe storie e troppi personaggi insieme, finendo per redistribuire ad ogni commensale, di quello che era un piatto potenzialmente ricco e appetitoso, solo una misera porzione di cibo, trasformando il film da una festa corale in una party striminzito e tirchio.
L’errore ancor più grave è che con lo stesso criterio infornano una quantità di brani (performance) quasi tutti solo abbozzati, tagliati, straziati e violentati direi. Personalmente, ho avuto l’impressione che il film sia stato concepito senza l’idea precisa di un pubblico, ovvero volendo troppo ammiccare sia ai piccoli che ai grandi, ma col risultato di rimanere così in mezzo al guado.
Per noi italiani, naturalmente, le occasioni mancate sono tre. Per me personalmente, ad esempio, rimarrà sempre il desiderio di sentir parlare la piccola istrice-rock con la sua vera voce, ovvero quella di Scarlett Johansson. Chissà, magari a quel punto mi sarebbe piaciuto un po’ di più.
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