Trama
La storia delle lotte e dei sacrifici di Jesse Owens per diventare il più grande corridore e saltatore del mondo durante le Olimpiadi del 1936, dove fu costretto ad affrontare le convinzioni di Adolf Hitler sulla supremazia ariana.
Approfondimento
RACE - IL COLORE DELLA VITTORIA: IL TRIONFO DI JESSE OWENS ALLE OLIMPIADI DEL 1936
Diretto da Stephen Hopkins e scritto da Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, Race - Il colore della vittoria si basa sulla vera storia di Jesse Owens, campione di atletica leggera che alle Olimpiadi del 1936 gareggia contro i pregiudizi e le convinzioni di Adolf Hitler sulla supremazia ariana. Con la direzione della fotografia di Peter Levy, le scenografie di David Brisbin e le musiche di Rachel Portman, Race - Il colore della vittoria ripercorre due anni di sforzi di Owens, simbolo di coraggio e determinazione, per diventare una leggenda olimpica partendo da quando, nell'America post Depressione, Jesse è solo uno studente diciannovenne che porta sulle spalle il peso delle aspettative familiari e vive sulla propria pelle le tensioni razziali. Alla Ohio State University, Jessy trova un esperto allenatore e coraggioso amico in Larry Snyder, colui che lo aiuterà a testare i propri limiti. Con l'amore e il sostegno di Ruth Solomon, con la quale giovanissimo ha una figlia, Jesse riesce a vincere diverse gare guadagnando un posto nella squadra olimpica statunitense. A causa dei forti attriti con la Germania, paese ospitante delle Olimpiadi del 1936, l'idea di un boicottaggio americano dei giochi si fa strada nel comitato olimpico, lasciando che a discutere la partecipazione siano il presidente del comitato Jeremiah Mahoney e l'industriale milionario Avery Brundage.
Una volta decisa la partecipazione ai giochi di Berlino, Jesse si ritrova al centro di un nuovo campo minato razziale e politico. Mentre la regista Leni Riefenstahl si prepara a filmare i giochi sotto lo sguardo inflessibile degli ufficiali nazisti, Jesse è chiamato a competere per l'eccellenza e l'onore per divenire il simbolo degli sbagli delle teorie hitleriane e la fonte di ispirazione per milioni di persone.
A oltre ottant'anni dai fatti raccontati, Race - Il colore della vittoria è stato realizzato con il supporto della Fondazione Jesse Owens e della famiglia del campione, le figlie e la moglie Ruth. Oltre a fornire un ritratto intenso del giovane studente che diviene immortale con le sue prodezze atletiche, Race - Il colore della vittoria offre un quadro esaustivo del particolare momento storico da egli vissuto. Le Olimpiadi del 1936 sarebbero infatti servite a Hitler e alla Germania nazista per imporre la loro idea di supremazia sul resto del mondo riponendo ogni speranza ariana nell'atletica leggera nel corridore Carl 'Luz' Long e affidando alla regista Leni Riefenstahl il compito di immortalare con le sue cineprese il successo (nonostante i dubbi espressi dal ministro della propaganda Goebbels). Le riprese effettuate dalla Riefenstahl finirono nel suo documentario Olympia, in cui in un primo momento furono tagliate tutte le sequenze inerenti al nero Owens.
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Protagonista principale di Race - Il colore della vittoria nei panni di Jesse Owens è il giovane attore Stephan James, già visto nei panni dell'attivista John Lewis in Selma - La strada per la libertà. Per prepararsi al ruolo, James si è sottoposto a lunghe sessioni di corsa con il campione olimpico canadese Hank Palmer (che compare nel film anche nella parte di Quincy, il fratello di Owens). L'amata e in seguito moglie (e madre dei loro tre figli) Ruth Solomon ha invece il volto dell'attrice canadese emergente Shanice Banton.
All'Università di Stato dell'Ohio, tra tensioni e conflitti razziali, nel 1934 Owens incontra Larry Snyder, colui che allenandolo gli cambierà per sempre la vita. Già fattosi notare alle Olimpiadi di Parigi del 1924, Snyder trova, nonostante i differenti background culturali e sociali, un ottimo allievo e amico in Jesse, iniziando un legame sicuramente insolito per quel periodo tra un uomo bianco e uno nero e diventando quasi il simbolo di come la lotta contro il razzismo possa essere vinta grazie all'integrazione. A portare sullo schermo Snyder è l'attore Jason Sudeikis.
Mentre Jesse e Larry si allenano e sono intensamente concentrati sulla formazione atletica in vista di grandi traguardi da superare, il mondo vive il suo secondo grande conflitto geopolitico nel giro di pochi anni. Le Olimpiadi assegnate alla Germania e l'ascesa al potere di Hitler portano gli Stati Uniti a valutare l'ipotesi di boicottaggio dei giochi in segno di protesta contro la persecuzione operata dal regime nazista contro ebrei, omosessuali, neri e altri ancora. Con il presidente del comitato olimpico statunitense Jeremiah Mahoney, impersonato da William Hurt e propenso al boicottaggio, grande ruolo da mediatore ha il controverso milionario Avery Brundage che, supportato da Jeremy Irons, è portatore dell'idea secondo cui sport e politica devono essere tenuti separati. La natura delle intenzioni di Brundage è tuttora argomento di discussione dato che si dibatte su un possibile conflitto di interessi: il milionario aveva infatti accettato un lucroso contratto di costruzione da parte del ministro nazista Joseph Goebbels (interpretato da Barnaby Metschurat) per la costruzione dell'ambasciata tedesca a Washington.
Dall'altro lato del mondo, in Germania, a essere alle prese con preoccupazioni professionali e patriottici è la regista Leni Riefenstahl. Una delle prime registe di peso della storia del cinema, la Riefenstahl occupa un ruolo di rilievo nella settima arte per le innovazioni introdotte ma la sua figura rimane sempre ambigua a causa dei rapporti con Hitler. Impersonata dall'attrice olandese Carice van Houten, la Riefenstahl desidera filmare i giochi olimpici e per riuscirci non esita a ricorrere all'astuzia, convincendo il Führer (supportato da Adrian Zwicker) dell'aiuto che le immagini avrebbero apportato alle sue tesi sulla supremazia ariana.
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
Troppo lungo e con momenti di stanca che si alternano ad altri frettolosi come il finale in cui, in poco più di mezz'ora, si consumano le famose Olimpiadi di Berlino che sono - insieme alla questione razziale - il fulcro dell'intera opera cinematografica. Tuttavia il film si lascia guardare - magari in due o tre rate - e regala spunti interessanti.
commento di gerkotaIl titolo “Race” già introduce il film nel suo doppio significato “razza” e “corsa”. e nella sua doppia valenza sia umana e sportiva sia del contesto storico di quel periodo
leggi la recensione completa di massimo45Apprezzabile l'intenzione di raccontare e di commuovere. Nell'insieme, un po' retorico.
commento di putrella...il film su JO è una sintesi perfetta di come sia difficile vivere da sottomessi e trovare uno spazio non solo fisico, ma morale per testimoniare se stessi e le proprie idee inconttando rispetto e non disprezzo.
leggi la recensione completa di BradyHitler Raus!
leggi la recensione completa di emil6/7voto oggettivo/soggettivo
commento di paolofefeAffascinante storia dell'atleta nero che vince quattro medaglie d'oro a Berlino davanti ad un Hitler adirato. Vicenda reale resa bene. Bravi gli attori.
commento di Artemisia1593