Trama
Eli ha poco più di trent'anni, un marito, Mario, e quattro figli. Vive in provincia di Roma e ogni giorno fa molte ore di viaggio per andare a lavorare in città. Non ha scelta, perché Mario ha perso il lavoro e il suo è l'unico stipendio di casa, ma nonostante ciò non le manca la gioia di vivere e l'amore per suo marito. Vale, stessa età, è una ballerina, è single e non deve rendere conto a nessuno delle sue scelte, vive la notte, lavora nelle discoteche, in teatro, e per i figli di Eli è come una zia. Le due donne sono amiche da sempre. Ma la solidarietà umana, l'amore e il desiderio di vivere non possono bastare a lenire l'immensa fatica di cui si carica Eli.
Approfondimento
SOLE CUORE AMORE: TRE PAROLE PER UN RACCONTO INTIMO
Diretto e sceneggiato da Daniele Vicari, Sole cuore amore racconta la storia di una amicizia tra due giovani donne in una città bella e dura come Roma e il suo immenso hinterland. Due donne che hanno fatto scelte molto diverse nella vita: Eli ha quattro figli, un marito disoccupato e un lavoro difficile da raggiungere; Vale invece è sola, è una danzatrice e performer, e trae sostentamento dal lavoro nelle discoteche. Legate da un affetto profondo, da una vera e propria sorellanza, le due donne sono mondi solo apparentemente diversi, in realtà sono due facce della stessa medaglia, ma la solidarietà reciproca non sempre basta a lenire le difficoltà materiali della loro vita.
Con la direzione della fotografia di Gherardo Rossi, le scenografie di Beatrice Scarpato, i costumi di Francesca e Roberta Vecchi, e le musiche composte da Stefano Di Battista e Valerio C. Faggioni, Sole cuore amore è nelle parole del regista "un film semplice, come il verso della canzone [Tre parole di Valeria Rossi, ndr] da cui è tratto il titolo, come semplici sono le esistenze di cui racconta la storia. La vita quotidiana di milioni di persone che non hanno una vita assicurata dall'appartenenza sociale è invece molto difficile.
Sole cuore amore si è rivelato così un film più complesso da fare e da dominare di quanto mi apparisse inizialmente sulla carta. Forse il motivo è semplicemente che la rappresentazione del quotidiano rischia di apparire insignificante o meno interessante della messa in scena di sparatorie, tossicodipendenze, violenze e degrado portate all'esasperazione spettacolare.
Mi sono accorto subito, già durante il primo giorno di set, che uno sguardo troppo interno a questa tragicità del quotidiano avrebbe rischiato di divenire osceno, e se al contrario fosse restato troppo distante, sarebbe divenuto inefficace. Ho quindi cercato una giusta distanza, senza però perdere empatia con le persone delle quali racconto la storia. Parlo di persone perché quelli che nel film sono i miei personaggi nella vita reale sono le persone, appunto, a me più care: mia madre, mia moglie, mia sorella, mia figlia, i miei amici e amiche della vita… è di loro che ho parlato a lungo con le attrici e con gli attori. In questo senso Sole cuore amore è un film molto intimo, mi riguarda profondamente.
Ad apparente contrasto con questa intimità, ho cercato di raccontare i luoghi meno identificabili di Roma e del suo hinterland, perché il 90% degli abitanti della metropoli vive e frequenta questi luoghi all'apparenza anonimi, molto lontani dalle aree monumentali: la metropolitana, le strade trafficate, i bar e i locali, luoghi non-luoghi ormai praticamente identici da Roma a Barcellona a Bucarest a Città del Messico. Credo infatti che le vicende raccontate nel film, che sfiorano e mescolano cronache a vite vissute, non siano confinabili a Roma, in tutto il mondo gli esseri umani si dibattono in una strenua lotta contro la più assoluta precarietà, contro incertezze che spaventano, stili di vita che sfiancano. Come può il cinema, seppure in punta di piedi e con rispetto, non occuparsene?".
Il cast
A dirigere Sole cuore amore è Daniele Vicari. Nato a Roma il 26 febbraio 1967, Vicari si laurea in Storia e critica del cinema e collabora con varie riviste specializzate come critico cinematografico prima di esordire alla regia con il documentario Uomini e lupi, con cui vince il premio Sacher e denuncia la tragica… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (10) vedi tutti
Solo tre parole “Sole cuore e amore” cantava Valeria Rossi. In vita ed in morte di Eli colpevole solo di voler vivere con dignità ed amore. Una delle migliori interpretazioni di Isabella Ragonese superba attrice Italiana.
leggi la recensione completa di claudio1959Sveglia alle 4.30, due ore di viaggio per un lavoro a nero da 800 euro al mese (se va bene) con 4 figli da mantenere e marito disoccupato. Storia angosciante ma bene interpretata
commento di Artemisia1593Rimosso, espulso e bandito il patetismo dell'Osceno, ecco l'Empatico: la Vita, fra il quotidiano e l'eterno.
leggi la recensione completa di mckStraziante, ti scava dentro una tristezza difficile da dimenticare, la storia vera e terribile di Isabella Viola trova nell'interpretazione della Ragonese una propria (splendida) dimensione. Eva Grieco è l'amica/sorella che si gioca con la protagonista lo spazio intimo e commovente di questo gioiello di film. Mi ha uccisa ma lo riguarderei domani.
commento di la criticonaIl film è fatto bene, angosciante e tragico, l’attrice principale è stata veramente bravissima. Fa riflettere come non ci dovremmo in nessun modo adattare a queste condizioni di lavoro massacrante
commento di Utente rimosso (arwen88)Sebbene il tema trattato sia molto interessante, l'opera rimane superficiale e si perde in inutili intermezzi. Recitato in un fastidioso dialetto romanesco. Tratto da una storia vera.
commento di gruvierazUno dei lavori che rappresenta al meglio il precariato odierno nelle nuove generazioni,molto bello....o preferite quelle m....di commedie che ammorbano i nostri schermi,per me bugiardo il voto della scheda,voto 7.5....poi ognuno la vede alla sua maniera,consigliatissimo....anche di piu'.
commento di ezioNon ostante la Ragonese, intensa e combattiva come sempre, questa storiella edificante sulla precarietà lavorativa e sentimentale, si auto condanna allo schematismo narrativo ed all'irrilevanza sociologica. Il finale, amaro e sconcertante, ne sancisce la fondamentale irresolutezza.
commento di maurizio73Lavoro importante, di Daniele Vicari.Grandissima Isabella Aragonese.
leggi la recensione completa di Furetto60Niente guerra,lotta partigiana ricostruzione,ma neo realismo si.Gli eroi di oggi non hanno niente di epico,schiacciati in un quotidiano fatto di illusioni e voli bassi,che non gli riconosce alcuna dignità.Ma sono tali ,perché autentici ,perché amano. Grande film
commento di robyrobot