Regia di Mohamed Ben Attia vedi scheda film
MEDFILM FESTIVAL 2016
Il film, presentato in anteprima per l'Italia al Cinema Savoy di Roma nell'ambito del MedFilm Festival 2016, già premiato a Berlino come Miglior Opera Prima e per il Miglior Attore, racconta la storia di Hedi, giovane tunisino alla vigilia del matrimonio con la fidanzata Khedija, di famiglia benestante. Matrimonio voluto ed organizzato dall'oppressiva madre Baya, fin troppo ansiosa di assicurare un futuro familiare e lavorativo al secondogenito e poco propensa ad ascoltare le aspirazioni e di desideri di Hedi, che infatti si limita ad accettare con muta rassegnazione al destino scritto per lui. Ma l'anelito di autonomia del ragazzo si rivela proprio nei giorni precedenti al matrimonio, quando, inviato per motivi di lavoro in un resort turistico sul mare, lì incontra l'animatrice Rym, una donna libera ed autonoma poco più grande di lui. Una donna molto più interessante di Khedija, con il cui rapporto col fidanzato si è sempre limitato a poco stimolanti conversazioni in macchina. La storia con Rym fa scoprire al ragazzo la possibilità di prendere in mano la propria vita, decidere lui come e con chi trascorrerla, magari non buttare alle ortiche il sogno di diventare fumettista per la carriera scelta dalla mamma ("non è un sogno è un progetto" gli fa capire la ragazza). L'incontro con Rym è una svolta fondamentale per la maturazione del giovane uomo, che finalmente troverà il coraggio di affrontare la madre e rivelarle quanto si sia sentito soffocato dalle sue eccessive attenzioni.
Il regista Mohamed Ben Attia, presente in sala per presentare il film, esprimendosi in buon italiano, precisa che il titolo originale, "Inhebbek Hedi" ha un doppio significato, in quanto può essere letto sia come "Hedi, ti amo", che come "Hedi, stai tranquillo", frase che viene pronunciata dalla madre durante la scena molto intensa del confronto tra i due e che ben rappresenta la figura di di un giovane molto amato ma che si voleva passivo e rassegnato ad un destino imposto.
Il film offre anche un interessante spaccato della Tunisia post "Rivoluzione dei Gelsomini", un movimento che aveva suscitato tante speranze, ma che ha lasciato dietro di sé tante delusioni, in un Paese dove molti giovani, come Rym od il fratello maggiore del protagonista, sono costretti ad emigrare in Francia per una vita migliore.
Il regista Mohamed Ben Attia (con il microfono in mano)
La scena del confronto/scontro madre/figlio più di tutte rivela la bravura dell'attore protagonista Majd Mastoura, giustamente premiato a Berlino, che regge tutto il film, che il regista sceglie di incardinare sui suoi primi piani. Soprattutto in questa drammatica scena sa convogliare con intensità l'esplodere della frustrazione troppo a tempo taciuta e trattenuta dal protagonista.
L'originalità di Hedi sta nel fatto che Ben Attia racconta l’emancipazione di un uomo da una (op)pressione sociale e familiare, un tema che solitamente, e soprattutto nel mondo arabo, viene declinato al femminile. Il regista, la cui opera precedente, “Selma”, aveva al centro una figura femminile, rivela di sentirsi sempre più interessato a raccontare queste problematiche da un punto di vista maschile in quanto, mentre la donna è spinta dallo scontro convenzioni sociali a ribellarsi, l'uomo corre il rischio di rimanere fermo e sempre uguale a se stesso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta