Regia di Walter Hill vedi scheda film
Non ha cuore e non ha sentimenti, ed è molto intelligente. Sa guidare benissimo e seminare le macchine della polizia mentre scappa col malloppo. Un poliziotto ha fiutato tutto, e fa l'impossibile pur di prenderlo con le mani nel sacco.
E' un film freddo e asciutto, e pure di poche parole, come il suo protagonista. Hill riesce a costruire una vicenda ad alta tensione, che basa più sulle contrapposizioni tra i personaggi che sugli inseguimenti in sé, che pure sono girati bene. I personaggi, infatti, sono mossi, oltre che dal desiderio del denaro, da motivi personali come la rivalsa, la vendetta, la simpatia (poca) o l'antipatia. Tra il personaggio di O'Neal e il moretto, ad esempio, si produce in poco tempo una forte rivalità: il primo lo umilia e lo mette sotto i piedi, e il secondo fa di tutto per vendicarsi e recuperare la sua posizione; in ogni caso, l'odio è reciproco. Con l'ispettore di polizia, invece, vediamo una singolartenzone, dove lo sbirro dichiara apertamente guerra al ladro, e tenta di incastrarlo più per provare il proprio valore e superiorità che per lealtà al suo lavoro o per semplice desiderio di giustizia. La ragazza interpretata dalla Adjani, invece, ha sì bisogno di soldi ma è anche attratta sessualmente dal "pilota" (come non è difficile credere per un uomo dominatore e amante della velocità come lui).
In generale, tra i personaggi sembra regnare l'individualismo, l'interesse personale, il calcolo, e l'egoismo. A volte anche la crudeltà omicida. In questo senso, si può dire che è un film molto pessimista, che mostra un mondo dove non c'è posto per l'amore e l'amicizia. Ogni personaggio, inoltre, ha qualcosa che colpisce e lo rende particolare in qualche modo (anche se non parla o quasi).
La regia di Hill è solida, la vicenda ben construita e beffarda per tutti, mentre anche dal punto di vista tecnico la pellicola è promossa (basti pensare alle spettacolari riprese con macchina da presa montata sul cofano delle macchine). Ryan O'Neal convince appieno, come Bruce Dern e la Adjani. Menzione di merito per tutti gli altri.
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