A 26 anni, Karl Marx conduce la moglie Jenny sulle strade dell'esilio. Nel 1844 a Parigi incontra il giovane Friedrich Engels, il figlio del proprietario di una fabbrica che ha studiato la nascita del proletariato inglese. Il dandy Friedrich contribuisce a dare a Karl il pezzo mancante del puzzle che costituisce la nuova lettura del mondo. Insieme, tra censura e raid della polizia, riusciranno a mettere in atto la più grande trasformazione teorica e politica dai tempi del Rinascimento.
Film che vidi con interesse , l'unica pecca che ci ho trovato è nella scena in cui Marx ed Engels rileggono il "Manifesto del Par
tito Comunista " , un pò di retorica e teatralità non avrebbe guastato, vista l'importanza storica del documento, come quando , nei film a sfondo religioso, si declamano le Sacre Scritture .
In tempi nei quali il capitalismo sta riportando i lavoratori a livelli di dipendenza semi schiavile, questi sono film necessari. Raoul Peck non è solo un regista cinematografico ma anche una persona impegnata politicamente in realtà difficili.
Mi viene in mente il film su Confucio. Una celebrazione, a beneficio di chi conosce già le vicende, o perlomeno ne ha già un'idea preconcetta. Rispetto a Confucio, si dorme di meno.
Un biografia onesta, che non si pone come obiettivo quello di fare un'agiografia di Marx, ma di delineare la genesi del suo poderoso disegno filosofico. Un merito del film è quello di far emergere il ruolo influente avuto da Engels, non solo nella redazione del Manifesto Comunista, ma anche nel dare un ordine sistematico al pensiero "marxista".
un buon film fra il didascalico e il biografico che pero' non riesce quasi mai a coinvolgere lo spettatore. Gli ultimi due minuti sui titoli di coda sono il meglio del film: il pensiero marxista non è morto ma vive nelle lotte sociali fino ai nostri giorni, ottima l'idea di mettere Bob Dilan come colonna sonora dei minuti finali.
emergono sentimenti contrapposti: la classicità della messa in scena, peraltro molto meticolosa, rende il film a tratti un po' bolso e privo di mordente, e altresì la romanticizzazione delle vicende raccontate può risultare stucchevole. ma Peck sa girare. andrebbe visto, se non altro, per fare un bel "bagno" di Storia. un sontuoso bigino? avercene.
La regia di Raoul Peck resta costantemente al servizio della sceneggiatura, ma senza celare la fervente volontà di instaurare nel pubblico una consapevolezza politica.
Il regista non ricostruisce l’intera vita di Karl Marx (Treviri 1818-Londra 1883), secondo lo schema di un generico biopic: si limita a evocarne, con rigore storico, il breve periodo fra il 1843 e il 1848, indugiando sugli anni che precedettero la stesura del Manifesto del Partito Comunista (1848), che come sappiamo porta la firma di Marx e quella di Friedrich Engels (Barmen… leggi tutto
CINEMA OLTRECONFINE
1844: a quasi cinquant’anni dalla Rivoluzione Francese, l’economia europea di metà ‘800 ha subito una trasformazione radicale ed epocale, passando la produttività dalla prevalenza della coltura dei campi e dello sviluppo del piccolo artigianato, ad un progresso senza sosta dei processi tecnologici che, dall’invenzione della macchina a… leggi tutto
“La storia di ogni società sinora esistita è la storia delle lotte di classe.” [ 1 ]
Raoul Peck – che non è certo nuovo al cinema d’impronta sociale (vedasi ad es. Accadde in aprile) – riesce nella ragguardevole impresa di rendere cinematograficamente appassionante la disquisizione filosofica. E scusate se…
Questo (parziale) "biopic", ha i limiti di certo Cinema di oggi, che copula alla luce del sole con le serie tv, e viceversa. Peck, regista haitiano, più volte esiliato dal proprio paese, non è certo un fuoriclasse, ma ha il cuore adatto per gestire un film storico, senz'altro, ma anche inevitabilmente politico. Così, prendendo spunto da una breve, ma importante,…
Vita di Karl Marx dal 1843 al 1848 (anno della stesura del Manifesto del Partito Comunista) attraverso Germania, Francia, Belgio e Inghilterra. All’inizio il film fa un effetto un po’ straniante, perché siamo così abituati a vedere Marx in look da Babbo Natale con la barba bianca che facciamo fatica a identificarlo con quel giovanotto polemico e pugnace; e lo…
Alla fine certe cose sono necessarie. Al tempo era necessario che uscissero queste figure, queste filosofie, questi giganti (Marx, Engels), queste prese di posizione, questi riscontri del reale, tutto quanto serviva insomma per contrastare lo stato di fatto di un’Europa che, vista ora, fa vergognare ma al tempo era la realtà di ogni giorno (e il classico caso di quanto succede…
Sufficienza non raggiunta per questo lavoro, apprezzabile giusto per l'ambientazione e per come rende le condizioni di vita della prima metà dell'Ottocento. Personalmente non ne capisco la finalità. Minimo e trascurabile l'aspetto emotivo, gli approfondimenti psicologici e sulla vita privata e la personalità del protagonista. Il comunismo più o meno lo…
Raccontare le vicende di uno dei maggiori pensatori dell'Ottocento senza scivolare nè nel film documenaristico nè nel melodramma è sempre impresa ardua, e va dato atto che il regista riesce abbastanza bene in questa sorta di bilanciamento. Tuttavia tanta prudenza finisce per rendere il piatto un pò insipido, oscurare gli aspetti più salienti del pensiero di…
Il regista non ricostruisce l’intera vita di Karl Marx (Treviri 1818-Londra 1883), secondo lo schema di un generico biopic: si limita a evocarne, con rigore storico, il breve periodo fra il 1843 e il 1848, indugiando sugli anni che precedettero la stesura del Manifesto del Partito Comunista (1848), che come sappiamo porta la firma di Marx e quella di Friedrich Engels (Barmen…
Il film di Peck (che non è un vero e proprio biopic, perché si limita a ripercorrere gli anni giovanili del filosofo) mette giustamente in luce quello che era lo scopo di Marx, cioè fornire una "base ideologica" e un fine concreto ai lavoratori sfruttati, in contrapposizione sia ai filosofi teorici che ai cosiddetti "socialisti utopisti" come Proudhon o, peggio, agli…
Francamente, non capisco. Molte cose, chiaro: la fisica quantistica e la quantità di sticazzi che m'aizza ogni notizia esplosiva (“boom!”, “hype!”, “imperdibile!”, e via di…
Senza la presenza - gradita e ingombrante - del fenomeno Checco Zalone, l’unico che sposta gli equilibri del nostro botteghino negli ultimi anni,… segue
Un bel film. notevole per la precisione filologica, con cui è ripresa la vita quotidiana di metà ‘800. E per la verosimiglianza con quelle che han potuto essere le condizioni reali della vita di Marx: le sue inquietudini, i suoi principi morali e politici, le sue rabbie, la sua consapevolezza superba. In particolare viene bene messa in luce la difficoltà economica in…
Diretto dall'haitiano Raoul Peck, Il giovane Karl Marx è una precisa ricostruzione storica delle vite pubbliche e private dei teorici del socialismo scientifico Karl Marx e Friedrich Engels. L'autore dirige il film minimizzando al massimo la propria presenza, quindi lasciando che siano le interpretazioni degli attori a trainare il film, tutti ben calati nelle parti e…
Nel mare magno dei titoli dedicati a uno dei filoni più popolari e frequentati degli ultimi anni, il biopic sulla vita e le opere di Karl Marx si distingue per il fatto di nascere sulla scia di un’urgenza altrove irreperibile. Se, infatti, operazioni di questo calibro nascono dalla volontà di assecondare i gusti del pubblico, in vista del successivo tornaconto assicurato…
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Commenti (13) vedi tutti
Buon film: un'amara consolazione. Di quella filosofia lì c'è rimasto il film. Un'umanità svuotata e ottenebrata non può più ricevere Marx.
commento di TortellaüberallesLa Storia fatta così è sempre un piacere.
leggi la recensione completa di tobanisFilm che vidi con interesse , l'unica pecca che ci ho trovato è nella scena in cui Marx ed Engels rileggono il "Manifesto del Par tito Comunista " , un pò di retorica e teatralità non avrebbe guastato, vista l'importanza storica del documento, come quando , nei film a sfondo religioso, si declamano le Sacre Scritture .
commento di blualberto1966In tempi nei quali il capitalismo sta riportando i lavoratori a livelli di dipendenza semi schiavile, questi sono film necessari. Raoul Peck non è solo un regista cinematografico ma anche una persona impegnata politicamente in realtà difficili.
commento di bombo1Mi viene in mente il film su Confucio. Una celebrazione, a beneficio di chi conosce già le vicende, o perlomeno ne ha già un'idea preconcetta. Rispetto a Confucio, si dorme di meno.
commento di putrellaUn biografia onesta, che non si pone come obiettivo quello di fare un'agiografia di Marx, ma di delineare la genesi del suo poderoso disegno filosofico. Un merito del film è quello di far emergere il ruolo influente avuto da Engels, non solo nella redazione del Manifesto Comunista, ma anche nel dare un ordine sistematico al pensiero "marxista".
commento di Peppe Comuneun buon film fra il didascalico e il biografico che pero' non riesce quasi mai a coinvolgere lo spettatore. Gli ultimi due minuti sui titoli di coda sono il meglio del film: il pensiero marxista non è morto ma vive nelle lotte sociali fino ai nostri giorni, ottima l'idea di mettere Bob Dilan come colonna sonora dei minuti finali.
commento di cammerciFilm biografico riproposto in streaming da RAIPlay in occasione del primo maggio.
leggi la recensione completa di laulillaProduzione bene svolta ma cose Filo-Politiche che saranno anche ricordate come "che rottura di palle" !!! voto.5.
commento di chribio1Un bel film che ripercorre le battaglie ideologiche di Mark e del suo fedele amico Engels.
commento di Falco00Un buon film, forse un po' noioso ma interessante ed emozionante su un grande momento storico e un personaggio che ha rivoluzionato la storia moderna.
commento di corradopemergono sentimenti contrapposti: la classicità della messa in scena, peraltro molto meticolosa, rende il film a tratti un po' bolso e privo di mordente, e altresì la romanticizzazione delle vicende raccontate può risultare stucchevole. ma Peck sa girare. andrebbe visto, se non altro, per fare un bel "bagno" di Storia. un sontuoso bigino? avercene.
commento di giovenostaLa regia di Raoul Peck resta costantemente al servizio della sceneggiatura, ma senza celare la fervente volontà di instaurare nel pubblico una consapevolezza politica.
leggi la recensione completa di Malpaso