Regia di Raoul Peck vedi scheda film
Questo (parziale) "biopic", ha i limiti di certo Cinema di oggi, che copula alla luce del sole con le serie tv, e viceversa. Peck, regista haitiano, più volte esiliato dal proprio paese, non è certo un fuoriclasse, ma ha il cuore adatto per gestire un film storico, senz'altro, ma anche inevitabilmente politico. Così, prendendo spunto da una breve, ma importante, sezione della vita giovanile di Karl Marx, riesce a fare un bigino piuttosto agile del pensiero del grande rivoluzionario tedesco, riuscendo a inserire, per la borghesia da cinematografo, pure gli intrallazzi amorosi e personali, insieme, questa sì necessaria, all'amicizia ideologica e umana con Engels. Alla fine sono due ore di visione che non annoiano troppo, che fanno quello che vogliono fare piuttosto piattamente, fra proclami e stralci degli scritti di Marx che imbellettano un film altrimenti un po' anonimo. Cinema pieno di difetti, commerciale, suo malgrado, destinato a essere dimenticato in fretta. D'altronde se anche il forte cinema politico dei Loach, dei Leigh o dei Dardenne, boccheggia da anni, non si vede come Peck, riesumando il cadavere di Marx, possa scaldare anime e cuori. Ci vuole ben altro. Film, comunque, dignitoso.
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