Regia di Raoul Peck vedi scheda film
La Storia fatta così è sempre un piacere.
Alla fine certe cose sono necessarie. Al tempo era necessario che uscissero queste figure, queste filosofie, questi giganti (Marx, Engels), queste prese di posizione, questi riscontri del reale, tutto quanto serviva insomma per contrastare lo stato di fatto di un’Europa che, vista ora, fa vergognare ma al tempo era la realtà di ogni giorno (e il classico caso di quanto succede quando, se non ci sono regole nel mercato del lavoro, l’offerta è mostruosamente esuberante rispetto all’offerta).
Che poi, inciso, servirebbero anche oggi dei Marx in Africa, in Asia, nelle zone sfigatissime del mondo, dove serve ancora che venga presa la giusta coscienza di quanto accade. Che a esportare democrazia o Marx mi pare finisca sempre in un casino. Fine inciso.
Il film è molto bello e prende un sacco. Narra alcuni anni della vita di Marx e di Engels, quando entrambi sono giovani studiosi che cercano di cambiare le cose. Arriva fino al ’48 (1848), se non sbaglio, ed è interessante seguire le vicende e la storia del pensiero dei due. Una bella botta di cultura che fa gran bene e grazie a un film ottimamente recitato e non male già di suo. Per me siamo sul 7, come dice anche la critica e (un po’ meno) il grande pubblico, dove però tanti hanno dato voti di “1” (su IMDB) per una presa di posizione, senza probabilmente vederlo (non che l’avrebbero capito, comunque). Incassi di nicchia da classico film d’essai.
Segnalo che tra i voti qua risultano cinque "1" (nessun 2, nessun 3), che pure nella pluralità delle opinioni, mi paiono senza senso e dati un po' così, alla cdc.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta