Regia di Lola Doillon vedi scheda film
Quando mi càpita di recensire un film all'apparenza (o anche realmente) "minore", io tendo sempre a chiarire che è distante da me l'idea di emettere sentenze proprio perchè non sono nè un topino di cineteca nè tantomeno un professorino fresco di Dams. Quindi? Quindi nutro rispetto anche per un film come questo che in pochi hanno recensito, che è in fondo un film "piccolino" e che oltretutto ha un mercato limitato in quanto ha avuto in sala un percorso di soli due giorni, precisamente in occasione della "giornata della Memoria". Certo, non è un film autoriale, ma è girato con professionalità e soprattutto colpisce il bersaglio con precisione, vale a dire tocca corde emotive e di impegno e consapevolezza civile con molta efficacia. La regìa non è incisiva o personale piu' di tanto, d'ccordo, ma i giovanissimi attori che ne sono protagonisti risultano adorabili e molto presi nei rispettivi ruoli. Siamo all'epoca della Guerra. In Francia. Una specie di casa-famiglia ospita un gruppo di bambini proteggendoli così dai soprusi nazisti. Ma questa piccola comunità entra anch'essa nel mirino degli occupanti tedeschi e allora parte un viaggio (difficile e costellato di ostacoli e rischi) verso la Svizzera coi piccoli che vagano tra stanchezza, fatica e pericoli incombenti (spie e infiltrati sempre in agguato). Tra gli attori adulti -a parte alcuni caratteristi in piccoli ruoli- ad emergere è la brava Cecile De France, attrice in patria assai popolare. Ma non posso esimermi dal citare alcuni dei meravigliosi piccoli e piccolissimi attori. Leonie Souchaud (la Fanny del titolo), Fantine Harduin e la minuscola Juliane Leporeau. Ripeto, per chiudere il cerchio: un film senza troppe ambizioni ma che funziona perfettamente, gradevole e ben recitato. Onesto, insomma.
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