Trama
1943. La Germania sta occupando la Francia quando la tredicenne Fanny e le sue sorelline vengono mandate dai genitori in una casa famiglia per bambini ebrei. Quando i nazisti arrivano in territorio italiano, il centro è costretto a organizzare la partenza dei ragazzi per la Svizzera. Fanny e le sue sorelle fanno parte del gruppo di undici bambini che devono attraversare il confine da soli e faranno di tutto per arrivare a destinazione e sopravvivere.
Approfondimento
IL VIAGGIO DI FANNY: SOPRAVVIVERE ALLA GUERRA
Diretto da Lola Doillon e sceneggiato dalla stessa con Anne Peyrègne, Il viaggio di Fanny racconta la storia di Fanny, testarda e coraggiosa tredicenne che insieme alle due piccole sorelle viene lasciata nella Francia del 1943, appena occupate dalle forze naziste, in un istituto per bambini ebrei dalle loro famiglie. Mentre i tedeschi sono impegnati a occupare i territori italiani, l'istituto decide in preda alla disperazione di trasferire i bambini in Svizzera. Fanny e le sue due sorelle si ritrovano tra coloro che devono essere trasferiti. Insieme ad altri otto bambini, inizieranno un impossibile viaggio verso il confine svizzero per tentare di sopravvivere alla barbarie della guerra. Tra paure e inaspettati incontri, il gruppo scoprirà l'importanza della collaborazione e dell'amicizia.
Con la direzione della fotografia di Peter Cottereau, le scenografie di Pierre-François Limbosch, i costumi di Isabelle Pannetier e le musiche di Sylvain Favre e Gisèle Gérard-Tolini, Il viaggio di Fanny si basa su eventi reali e traspone sul grande schermo l'omonimo libro autobiografico di Fanny Bel-Ami. Come spiega la regista al suo terzo film: «Volevo raccontare una storia di liberazione ma sono andata oltre. Al centro del film vi sono il passaggio dall'adolescenza all'età adulta ma anche le esperienze emotive vissute da un gruppo di piccoli eroi: l'angoscia della separazione, la paura del futuro e di essere dimenticati, il terrore della morte... ma anche l'ottimismo,l'energia, il coraggio e la perseveranza. Nonostante la storia sia ambientata nella Francia occupata, ho scelto di lasciare fuori le immagini inerenti al conflitto e all'arresto dei genitori dei piccoli. Ciò che mi interessava era raccontare la storia attraverso gli occhi dei piccoli e di mostrare cosa loro provavano. Non capivano di certo il perché dei bombardamenti ma soffrivano la violenza dell'abbandono e il timore di rimane orfani. Era per me importante mettere in evidenza il loro punto di vista. Molti adolescenti o bambini di oggi che vivono lontano dalle zone di conflitto sanno poco o niente di quello che hanno provato o provano i loro coetanei durante le guerre e di ciò che è stato effettivamente l'Olocausto. Gli ultimi sopravvissuti stanno per scomparire ed è importante mantenere viva la memoria, non dimenticare e capire. Capire affinché tutto ciò non accada nuovamente, soprattutto in tempi come i nostri in cui si sentono discorsi che fanno rabbrividire sulle disparità razziali.
Prima di iniziare a girare Il viaggio di Fanny ho voluto incontrare Fanny Ben-Ami, che adesso vive a Tel Aviv, per farmi raccontare direttamente da lei la storia dei suoi genitori e delle sue sorelle. Avevo bisogno di immergermi nel suo passato e nei suoi ricordi. Mi ha raccontato molte cose, alcune sono finite anche nel film mentre altre le porterò per sempre con me. Ho voluto anche tramite le organizzazioni internazionali documentarmi su storie poco conosciute di oggi, storie che hanno bisogno di essere portate alla ribalta per fungere da insegnamento.
La protagonista Fanny ha il volto della dodicenne belga Léonie Souchaud. In un cast formato soprattutto da bambini alla loro prima esperienza svettano i volti degli attori Cécile de France e Stephane Groodt. Cécile interpreta la signora Forman, direttrice dell'istituto la cui figura è ispirata a Nicole Weil-Salon e Lotte Schwarz, due donne che si sono dedicate anima e corpo alla protezione dei bambini durante la guerra. Stéphane dà invece corpo al fattore che il destino porta sui passi dei bambini dopo aver trovato rifugio tra le montagne».
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Un buon prodotto, ma direi solo quello. Poche vere emozioni. 5
commento di BradyFilm molto carino, bello. Ben girato e bravi i piccoli attori. La guerra con le sue atrocità per fortuna è sullo sfondo e il film non è toccato da immagini crude ed è per questo adatto a tutti. I piccoli protagonisti devono mostrarsi coraggiosi e alla fine vincere sui malvagi
commento di Eleonor