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L'ora più bella

Regia di Lone Scherfig vedi scheda film

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La recensione su L'ora più bella

di leporello
5 stelle

Ancora una (relativamente) piccola delusione per l’ultimo film della Sherfig, la quale, dopo aver pescato un buon jolly nel 2009 con “An Education”, pare non voglia uscire da quel solco di un cinema poco importante e formalmente piuttosto superficiale nel quale si è inserita con tutti i suoi lavori successivi.

Questa volta tenta con un prodotto di metacinema, raccontando la costruzione di un film voluto dalla propaganda politica al tempo della seconda guerra mondiale. Ma nemmeno questa impronta a sfondo sociale riesce a dare vero spessore a “Their Finest”, ed inutili sono le pur buone prove d’attore di Gemma Arterton in primis (se c’è un pregio della Sherfig che è rimasto costantemente ad un buon livello, è quello di saper scegliere e dirigere le sue eroine protagoniste – qualora ve ne siano -), e di tutto un cast in cui è impossibile non veder brillare un Bill Nighy sorprendente in ogni fotogramma ed in ogni minima posa da grande attore che recita, per di più, il ruolo di un attore.

Anche la coralità sfaccettata del gruppo di personaggi sarebbe piuttosto azzeccata, se non che anche questa sceneggiatura pecca di scarsa empatia,  e la buona mano della Sherfig dietro la macchina da presa si perde di nuovo in mille intenzioni piccole piccole, tanto piccole da risultare noiose e a volte vagamente insulse, e che soprattutto impediscono al film di trovare un nerbo centrale forte attorno al quale far girare tutta la scena. In più (e di nuovo) la Sherfig continua a volersi imprigionare nel cimentarsi con sceneggiature che prevedano tutte quante, chissà perché, la solita graffiata esageratamente drammatica nel prefinale, come se le sue commedie (perché di commedia sostanzialmente si tratta) non potessero mai trovare uno sbocco diverso dalla tegola che cade in testa senza preavviso, e (perché no) senza motivo.
In un film che vorrebbe appassionare lo spettatore al lavoro degli sceneggiatori cinematografici, proprio la sceneggiatura ha i limiti più evidenti, e forse è stato per questo che, una volta tanto non a torto ragione, la distribuzione italiana non ha voluto sapere niente di questo film, pur uscito in ogni angolo di mondo e a tratti (come al Festival di Göteborg) anche con discreto successo.
Film non da buttare del tutto, ma certo sotto la sufficienza.

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