La convinzione di essere i leader del mondo e i depositari delle sorti dell'intera umanità sommate all'intraprendenza pionieristica che diede l'impulso decisivo alla nascita della Nazione sono concetti che appartengono da sempre al patrimonio epico avventuroso della cinematografia americana. Partendo da queste premesse appena aggiornate dalle forme più evolute della science fiction contemporanea "Star Trek Beyond" si ripresenta ai nastri di partenza con molte conferme e la grande novità rappresentata dal passaggio di consegne in cabina di regia tra JJ Abrams, deus ex machina della nuova serie dedicata alle vicende dell'equipaggio del nave spaziale Enterprise, e Justin Lin, new entry promossa sul campo grazie al successo riportato con la direzione dell'ultimo "Fast and Furious".
Una scelta, quella di affidare la guida della saga al cineasta taiwanese che a ben guardare si adatta non poco al tenore del progetto . Perché, reciso il cordone ombelicale con le proprie origini cinematografiche (anche se la produzione ha già fatto sapere che nella prossimo film torneranno i riferimenti a personaggi del passato) lo spettacolo di Star Trek decide di fare a meno della fantasia e del citazionismo del proprio mentore in favore di una pragmatismo che si esprime trasformando in azione le gerarchie e le dinamiche tra personaggi che Abrams aveva tracciato nelle puntate precedenti. In questo modo a tenere banco non sono più le schermaglie sentimentali e le differenze culturali tra la bella Uhura e il dottor Spock e neppure la diffidenza tra il celebrale Venusiano e il capitano Kirk - nel frattempo avviato con qualche titubanza di facciata a replicare le imprese del famoso padre - quanto la voglia di scatenarsi in un tripudio di salvataggi da ultimo minuto giustificati dall'urgenza di difendere la democrazia del Cosmo. Con meno parole ma con la solita vivacità "Star Trek Beyond " si affida al dinamismo di Lin che dopo aver diretto una storia di macchine volanti trova pane per i suoi denti nel tentativo di tenere testa alle vertigini iper cinetiche di cui sono capaci Kirk e compagni, con le astronavi al posto dei cavalli chiamate a dare vita a un western futuristico meravigliosamente scontato ma sufficiente scaltro da garantire anche questa volta il solito stuolo di ammiratori.
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