Regia di James DeMonaco vedi scheda film
Vado al cinema carico di aspettative. Leggo più volte di "miglior capitolo della trilogia" e sento pareri entusiasti di fonti da me ritenute estremamente autorevoli. Esco dalla sala facendo a gara coi miei amici a quale sia la scena più ridicola del film. Qualcosa non è andato come speravo e non so nemmeno da dove cominciare.
Comincio col dire che questo prodotto ha tutti i clichè dello sparatutto becero: battute irritanti, situazioni inspiegabili, rallenty di cattivo gusto, personaggi squadrati già visti in mille altri film. E fin qui tutto bene, non mi urta più di tanto un bel film d'azione sanamente de core. Ma non se questa gran carnevalata di proiettili viene infarcita di rimandi "socio-politici" preconfezionati e fini a se stessi. Un'idea fantastica come la notte dello sfogo, che diventava lo scenario per una metafora del mondo contemporaneo nel primo capitolo, ora fa da sfondo a 105 minuti che sfociano nella parodia di un film geniale.
I poteri forti che sfruttano lo sfogo per eliminare i cittadini più deboli e svantaggiati in modo da minimizzare i costi sociali, l'assicurazione che gonfia illegalmente le tariffe, il vero potere che scopre le proprie carte... tutto è lasciato lì, in sospeso, senza uno straccio di approfondimento. E tutto per seguire le peripezie di una candidata progressista, protetta da una guardia del corpo ferita per tre quarti di film, la cricca di amici di un negoziante, tutti inseguiti... da NAZISTI! I nazisti dell'Illinois, il White Power assoldato dai cattivi, impersonati da un fanatico religioso dalla credibilità nulla. Purtroppo zombi e vampiri non ci sono.
Questo film è un seguito caciarone che non rende minimamente giustizia al grande primo capitolo. La critica e la forte denuncia verso il mondo contemporaneo le ho viste in due minuti scarsi, perse tra un drone che parla russo e una gang di ragazzine sulla macchina dell'ENEL. Le scene sadiche o inquietanti le ho intraviste tra uno spostamento e l'altro, in terzo/quarto piano. E la tanto decantata somiglianza tra i candidati del film e quelli reali, lo dico chiaro e tondo, per me non esiste. Non ho percepito nemmeno un minimo un eventuale parallelismo, al di là del tizio che è malvagio, della donna che è bionda e del mondo che va male. Non c'è certo bisogno di un incomprensibilmente incensato James DeMonaco per capirlo. Ma soprattutto non c'è bisogno di un regista così dotato per mettere in scena uno spettacolo così banale, stantio, dozzinale e al contempo irritante.
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