Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
"Cloverfield" nel 2008, fu un successo dovuto, per la maggior parte, ad una strategia di marketing virale, tra le più azzeccate, insieme a quella di "The Blair Witch project": artisticamente parlando, due prodotti che, per quanto si possa essere di mentalità aperta a livello cinematografico, definire "film" è perlomeno azzardoso. Otto anni dopo, è stato generato uno "spin-off" che vede una giovane donna perdere conoscenza in un incidente d'auto ( ha appena deciso di lasciare il suo uomo e sta abbandonando casa), e ritrovarsi convalescente e incatenata al letto che la ospita. Chi la tiene così è un corpulento uomo oltre i cinquanta, che le spiega che l'ha fatto per precauzione, e perchè rischiava di farsi male ulteriormente: liberata, scopre che si trova in un bunker sotterraneo costruito dallo sconosciuto, e che anche un giovane vive lì. E che fuori si è scatenato qualcosa di apocalittico, che potrebbe durare un lasso di tempo incalcolabile. Ma è tutta la verità? Perchè segnali poco rassicuranti mettono la protagonista in allarme ben presto.... Va detto che, anche se era abbastanza facile il confronto, il derivato batte l'originale e di gran lunga. C'è una tensione costante, uno spazio chiuso ben sfruttato e una buona prova degli attori, con la mossa molto intelligente di prendere il naturalmente simpatico John Goodman ed assegnargli un personaggio che fin dall'ingresso in scena si mantiene ambiguo e difficile da decifrare. Solo nell'ultimo terzo di film vero e proprio emerge la parte fantascientifica, ed è parte del fascino di questo thriller a sfondo fantastico, con esplosioni di violenza inconsulta e un finale che potrebbe ampliare il discorso, verso nuovi sviluppi, che potrebbero anche portare a una saga vera e propria.
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