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10 Cloverfield Lane

Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 10 Cloverfield Lane

di mck
7 stelle

Il film gioca troppo sul ''sicuro'' con gli stereotipi dei generi affrontati, riciclati e riassemblati senza un'idea portante di fondo a tenerli assieme tentando di ribaltarli e piegarli per farne emergere una Storia e un Senso nuovi, ma nonostante questo è difficile staccarsene e il flusso del racconto predomina sullo sconforto del copia-incolla.

 

Premessa.


Dopo aver assistito a “10 CloverField Lane” l'intenzione era quella di stilare una playlist su quei film che...”ma cosa vuoi dirgli?” : carini, alcuni ben fatti, altri pure divertenti, si, ma...boh. Il guaio è che contrariamente a quanto, dopo una prima visione, ci si potrebbe aspettare, non si rivelano essere opere che ''lasciano il tempo che trovano”, perché in un modo o nell'altro ritornano alla mente quando meno te l'aspetti, stuzzicandoti come irredente zanzare in pieno giorno nel bel mezzo dell'inverno, e la domanda che instillano è una e una sola e sempre quella : “ma non potevano farlo meglio? Perché (non) hanno fatto così invece di cosà?”.

E tu cerchi zanzare da spiaccicare sul muro per dare un ordine al rumore bianco che queste insane domande si portano dietro in una nube di “embèh?” che ti affolla la mente quando invece potresti tenerla occupata in faccende più proficue quali guardare una candida parete pittata di fresco, immacolata e pura se non fosse per la sua unica funzione ch'è quella di sorreggere un wallpaper di Damon Lindelof ( che in 10CfL nulla c'entra, troppo preso nel cercare di rifarsi una reputazione con “the LeftOvers” ) reso irriconoscibile dalla miriade di fori creati dalle punte in acciaio delle freccette che gli hai scagliate addosso ( è un ritratto a corpo pieno, non solo al viso, ci si può sbizzarrire ) da quel fatidico maggio del 2010

( e puoi anche ripeterti all'infinito che avevi fiutato l'andazzo e tutto avevi capito su come sarebbe andata a finire - cioè in vacca - già nel 2007, alla fine della terza stagione, quando ai flashback si aggiunsero i flashforward : dall'analessi alla prolessi...al prolasso, m'a nulla serve, ovviamente. Un pensiero però ti consola : ogni giorno, sulla faccia della Terra, ci sono svariate decine se non centinaia se non migliaia di persone che si affacciano per la prima volta sul mondo di “Lost”, come Homer Simpson nell'ep. 23x18, “Beware My Cheating Bart”, e un sorriso ti arriccia le labbra, d'accordo : un ghigno : purrrrgatory...per loro, ignari ),

ma non ce ne sono, ci sono solo queste idee che ti frullano in testa, instancabili, e allora ti rimane solo una cosa da fare: invece delle zanzare contro il muro ci spiaccichi la testa. O stili una playlist. Poi magari ti chiedi : “ma che vuoi dirgli mai?”, e ti limiti ad un pezzo leggero e breve sul film-catalizzatore di questi stupidi pensieri, e ti fai portare in salvo da una piccola vertigine di lista, pura e semplice, scarna e nuda, meramente composta da titolo del film, nome del regista e anno di produzione. 

 

I film sono elencati + o – in ordine di giudizio decrescente, da un massimo di * * * ½ (¾) ad un minimo di * * ¼ ( ½), appartengono tutti al periodo 2009-2016, e hanno almeno una ( quasi sempre due, a volte tre ) componente horror-SF-fantasy condita di comico-romantico-grottesco :

Womb – Bededek Fliegauf – 2010 
the World's End – Edgar Wright – 2013
This Is the End – Evan Goldberg & Seth Rogen – 2013 ( la morte di Michael Cera )
the Bay – Barry Levinson – 2012 
Never Let Me Go – Mark Romanek – 2010

Prometheus Ridley Scott 2012

Red State – Kevin Smith – 2011
Tusk – Kevin Smith – 2014

Source Code Duncan Jones 2011
Elysium – Neill Blomkamp – 2013
Chappie – Neill Blomkamp – 2015
the Cabin in the Woods – Drew Goddard – 2012

Ex Machina – Alex Garland – 2015
Automata – Gabe Ibáñez – 2014

Year One Harold Ramis – 2009
Project X – Nima Nourizadeh – 2012
Oblivion – Joseph Kosinski – 2013
SkyLine – Colin & Greg Strause – 2010 ( si, non mi è dispiaciuto )

 

Centurion Neil Marshall 2010
After Earth – M. Night Shyamalan – 2013
Upside Down – Juan Solanas – 2012
Another Earth – Mike Cahill – 2011
I Origins – Mike Cahill – 2014
Equals – Drake Doremus – 2015

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Svolgimento  :  “10 CloverField Lane“  :  * * * ¼ (½).


Il film “di” Dan Trachtenberg, che qui esordisce nel lungometraggio ( in attesa di vederlo alla prova in un episodio della 3a stag. di “Black Mirror” ), scritto dai semi-esordienti ed anonimi Josh Campbell e Matthew Stuecken ( loro il soggetto ) con l'aiuto del più esperto Damien Chazelle ( "WhipLash" ), prodotto da J. J. Abrams ( Felicity, Alias, Lost, Fringe, UnderCovers, Six Degrees, Person of Interest, Super 8, CloverField, M:I, Star Trek, Star Wars, 22.11.'63, Roadies, WestWorld ) con la sua Bad Robot

{ e la produzione esecutiva di Brian Burk ( sodale di JJ da 15 anni ), Drew Goddard [ cresciuto nella scuderia di JJ (Alias/Lost), ha scritto “CloverField”, “the Cabin in the Woods” ( con Joss Whedon, che gli ha lasciato la regia ), “World War Z” ( con M.M.Carnahan e Damon Lindelof ) e “the Martian” ] e Matt Reeves [ co-scenegg. del “the Yards” di J.Gray, e regista di “CloverField”, del remake di “Let Me In” e del sequel del re-re(make)boot di “Planet of the Apes” ] },

e con Bear McCreary a scrivere l'impeccabilmente adeguata colonna sonora ( "BattleStar Galactica", "tWD", "Europa Report" ), e l'aggiunta di almeno due inserti musicali abbastanza ravvicinati ma molto diversi tra loro ed ugualmente azzeccati, che segnano un assestamento del plot ed un twist narrativo : il montaggio di vita quotidiana sulle note di "I Think We're Alone Now" (1967) di Tommy James and the Shondells, e John Goodman che balla facendo girare nel juke-box "Tell Him" (1962) di the Exciters (Vonda Shepard),

 

gioca sul ''sicuro'' con gli stereotipi dei generi affrontati, riciclati e riassemblati sull'imago-impronta di una matrice usurata, senza un'idea portante di fondo a tenerli assieme, tentando di ribaltarli e piegarli per farne emergere una Storia e un Senso nuovi, ma nonostante questo – e non è merito degli autori quanto piuttosto colpa degli spettatori – è difficile staccarsene, e il flusso del racconto predomina sullo sconforto del copia-incolla [ le sequenze di derattizzazione pescano a piene mani dal recente - e/ma solo in parte derivativo - immaginario spielberghiano (War of the Worlds), però il finale en plein air funziona perfettamente dal PdV audiovisivo e di sfx/cgi ]. 

 

 

Maiuscola è la prova di John Goodman, portentoso [ se ben diretto - e qui qualche pecca di regia ( direzione degli attori sul set ) e di montaggio ( generare emozioni e significato ulteriori ) c'è - sforna prove magnifiche, anche in parti secondarie : “Gigantic”, “In the Electric Mist”, “Red State”, “Argo”, “Flight”, “InSide Llewyn Davis”, “Trumbo” ], mentre è corposa quella di Mary Elizabeth Winstead [ aridaje, dopo il prequel (semi-remake) di “the Thing” : qui almeno, senza brusche virate-dissolvenze a nero, le viene data la possibilità di una scelta - con innestata-scatenante un'evoluzione (crescita, maturazione) morale - verso un (un)''happy''-''end''... ] e ambigua al punto giusto ( ma lo script non lo aiuta, con continui ''ribaltamenti'' di ruolo...agli occhi dello spettatore...fini a loro stessi perché mal costruiti e resi ) quella di John Gallagher, Jr. ( the NewsRoom, Olive Kitteridge ).

 

 

Più che uno ''spiritual successor” è un (southern) side(boot)quel.
E il sequel del sidequel non mi dispiacerebbe (forse, dipende, chissà).      

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