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10 Cloverfield Lane

Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film

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La recensione su 10 Cloverfield Lane

di alan smithee
8 stelle

Miscellanea scaltra e furbina di almeno due generi, orchestrati tuttavia con mestiere e grande professionalità in modo da risultare molto accattivanti: la vicenda, non certo nuova né originale, si segue con vivo interesse fino all'epilogo fracassone, impossibile ma necessario. Ottimi La Winstead e Goodman.

A volte si può anche esagerare: mescolare generi, horror e fantascienza in questo caso: claustrofobia e spatter, attesa infinita cui segue un concitato, esagerato epilogo finale quasi grottesco, in fondo sin un po’ ironico.

Tutto questo è 10 Cloverfield Lane, opera prima bizzarra, rischiosa ma che sa rendersi accattivante ed appassionare, di Dan Trachtenberg, prodotta da quella volpe di JJ Abrahams.

Una giovane donna scappa da una sua situazione familiare che intuiamo complicata, se non drammatica. Strada facendo, improvvisamente e fuori dai centri abitati, l’auto subice un incidente: un violento tamponamento la catapulta fuori strada facendola capottare e rendendo priva di sensi la guidatrice.

Che si ritrova, chissà quanto dopo, al suo risveglio, intubata e legata in una stanza senza finestre.

Chi l’ha chiusa li? E perché?

Un uomo corpulento e dallo sguardo inquietante (per forza, è il gigantesco – in diverse accezioni – John Goodman) l’avvicina e le fornisce una spiegazione che potrebbe apparire sinistramente e comicamente assurda, o tragicamente ancora più inquietante di ciò che le è appena occorso.

A chi credere? All’istinto che suggerisce allerta o diffidenza, o alle parole melliflue dello sconosciuto, la cui massiccia presenza e la severità dei tratti non aiuta a fornire rassicurazioni al riguardo?

Tra horror e fantascienza, il film furbetto ed astuto gioca bene le sue carte, procedendo nella sua storia senza rivelare troppo presto i misteri ambivalenti che costringono due, anzi tre persone a condividere una sorta di bunker superattrezzato, ma non per questo meno inquietante e claustrofobico.

In un crescendo di tensione, veniamo trasportati all’interno della testa (affannata, anzi dilaniata dai dubbi e dalla diffidenza a cui le estreme e bizzarre circostanze inducono) della nostra dinamica e tenace (suo malgrado) protagonista, a cui la brava e naturalmente bella Mary Elizabeth Winstead dà volto e corpo con una buona credibilità, risultando bella senza essere impossibile, e dunque di conseguenza improbabile. Il suo volto spaventato ma non domo, la tenacia della sua protagonista nell’affrontare ogni situazione al limite, incastrata nei cunicoli delle prese d’aria, in procinto di improvvisarsi cucitrice di ferite aperte, tenace paladina pronta ad affrontare di petto il nemico come una nuova Ripley-Sigourney Weaver più burrosa ed apparentemente fragile.

Dal canto suo il gigante John Goodman dà prova di grandezza rappresentandoci una figura controversa e spaventosa così riuscita come non si vedeva dai tempi del meraviglioso Barton Fink dei Coen.

E poi certo, nel finale le soluzioni inducono un po’ a sbroccare, quando proprio il gioco non può più essere tirato avanti ancora per le lunghe e in qualche modo le conclusioni devono essere tratte: ma forse proprio grazie all’assurdità dell’epilogo, il gioco sembra proprio funzionare e il film risulta comunque una buona macchina d’intrattenimento in grado di farci salire su una traiettoria a montagne russe tra suspence, inquietudine e un po’ di sano divertimento da blockbuster di genere che accumula a non finire, ma riesce a non strafare troppo e a mantenersi in zona dignità, anzi di più, rischiando di divenire un piccolo cult del nuovo decennio.

 

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. alan smithee
    di alan smithee

    Ciao. No di fatto non c'entra assolutamente nulla con Cloverfield, nemmeno (per fortuna) nello stile in cui è girato...stavolta li mockumentary per fortuna lo hanno lasciato da parte... può esserci la situazione di fondo ad accomunarli, ma a tutti gli effetti qui siano di fronte ad una (riuscita a mio avviso) commistione tra horror e fantascienza che casomai ricalca ed unisce altri precedenti titoli e stili di racconto. Ciao.

  3. DjangoFreeman
    di DjangoFreeman

    Perfetto,allora potrò vederlo senza problemi suppongo :)
    Anche perché sinceramente non avevo tanto voglia di recuperare Cloverfield, non mi attrae molto. Questo molto di più. E poi c'è il grande( non si può più dire " grande in tutti i sensi" ora che è dimagrito) John Goodman, che sembra ottimo anche da quanto ho letto nella tua recensione, quindi sono davvero curioso anche di vedere la sua performance,avrei voluto vederlo in lingua originale infatti ma pazienza.
    Ciao :)

  4. alan smithee
    di alan smithee

    È dimagrito Goodman? Forse di recente.... in questo film non direi proprio...anzi...:-)

  5. DjangoFreeman
    di DjangoFreeman

    Eh si, in effetti dalle immagini del film sembra ancora bello robustello ahah
    L'avevo visto invece in delle foto della premiere di Trumbo dove era molto dimagrito :-)

  6. GIANNISV66
    di GIANNISV66

    Torno su Cloverfield citato nei commenti: film del 2008 diretto da Matt Reeves e sempre prodotto da J.J. Abrams (aggiungo che mi è piaciuto molto).
    Dunque viene spontaneo, visti i titoli, collegare queste due pellicole, ma le due trame non lasciano trasparire alcun legame.
    In USA il film oggetto di questa recensione è stato definito "spiritual successor" di quello del 2008. Che cos'è uno "spiritual successor"? Il significato è intuibile, comunque ti lascio questa definizione trovata sul web: "Un Successore Spirituale è un tipo di sequel che non è parte dello stesso mondo o della stessa storia del suo predecessore, ma che nonostante ciò è considerato esservi la prosecuzione o perché avente gli stessi creatori, temi, stili e/o elementi. In altre parole, è un sequel “nello spirito” ".
    Certo che Abrams dai tempi di Lost ci ha abituato ad affrontare voli logici e collegamenti cervellotici.........ma questo è anche il fascino delle sue opere (per chi le apprezza.....e le prime due stagioni di Lost rimangono una delle cose migliori viste in TV negli ultimi vent'anni).
    Un saluto

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