Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Il cinema di Di Matteo è molto ambizioso (parlo delle tematiche che sceglie) e questo fin dalla sua opera d’esordio che fra tutte resta ancora la migliore. Tratta problematiche di stretta attualità ma ha il difetto di rendere le sue storie un po’ stereotipate e di realizzarle sì con estrema correttezza anche tecnica, ma senza guizzi… Il suo è insomma un andamento un po’ televisivo e parlo della forma e dello stile che utilizza. Questa volta il tema è la violenza sulle donna e per narrarlo, sceglie indubbiamente un percorso anomalo e abbastanza originale anche se non riesce a convincere fino in fondo.
Seppure con un approccio differente (le premesse sono di tutt’altro tipo e molto più drammatiche) , a me sembra che il regista abbia preso a modello (pur con tutte le variazioni del caso) “Pane e tulipani” di Soldini che però aveva tutt’altro spessore e un tono ugualmente profondo ma ben più scanzonato (e soprattutto riuscito). In tale contesto, si potrebbe considerare la Buy come Licia Maglietta; la Golino come Marina Massironi e Todeschini - nel ruolo più convenzionale del racconto – come Bruno Ganz.
Ottima la fotografia che ci regala una Torino autunnale abbastanza inedita , bravi gli attori (in particolare il ragazzino che ha sulle sue spalle tutto il film) ma tutto poi si ferma qui e per me non si va oltre alla sufficienza anche se ci sono momenti di forte impatto emotivo non sufficienti però a promuoverlo a pieni voti.
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