Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Anna, maltrattata e malmenata dal marito, fugge da Roma insieme al figlio adolescente. I due riparano a Torino presso un'amica di lei, ricominciare tutto da zero sarà davvero arduo. Ma possibile.
Prosegue nella filmografia di Ivano De Matteo il racconto dell'Italia contemporanea, preda di un malessere sociale che sfocia in violenza, incomprensione, paura; quella della protagonista di La vita possibile è la paura di chi sta sotto il nostro stesso tetto, diventata uno fra gli argomenti più gettonati nei telegiornali e nei talk show, sdoganata presso l'opinione pubblica e proprio per questo un argomento difficile a trattarsi - specie data la delicatezza - se non con i guanti. De Matteo, che già si era dimostrato cineasta attento e sensibile in alcuni suoi precedenti lavori (La bella gente, 2009; Gli equilibristi, 2012), scrive insieme a Valentina Ferlan la sceneggiatura per questo La vita possibile, storia di una donna e di un ragazzino, suo figlio, in fuga da un marito e padre indegno. E delle inevitabili vicissitudini cui i due vanno incontro per potersi di nuovo affacciare su una vita accettabile, dignitosa, insomma 'possibile'. Nulla è semplice e nulla è banale: la tenuta narrativa e la verosimiglianza del copione sono assolutamente sopra le media per il cinema nostrano di questi anni (e in questo senso può sembrare un po' accomodante il lieto fine, ma si chiuda un occhio), così come va sottolineata la buona confezione del lavoro a cui contribuisce la calda fotografia di Duccio Cimatti. Fra gli interpreti: Margherita Buy, Valeria Golino, Bruno Todeschini, Katsiaryna Shulha e il piccolo e bravo esordiente Andrea Pittorino. 5,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta