Regia di Antonio Monda vedi scheda film
Per Gianna, donna sulla trentina, questo sarà un Natale diverso: è appena diventata vedova, infatti, e vive un momento molto difficile. L'unico parente prossimo che sembra rimanere in sintonia con la donna è il piccolo nipote Andrea, che sarà protagonista insieme a lei di un avventuroso - malgrado dei due - capodanno.
Parte con aspirazioni e ambientazione quasi bergmaniane, questo Dicembre, che mette una donna paralizzata dal dolore al centro di una scena domestica, circondata da una famiglia da cui non è mai stata tanto distante; la trama però si sviluppa con poca fantasia, con inadeguato scavo nelle psicologie dei personaggi soprattutto, per esplodere in un finale rocambolesco, così stonato rispetto al resto della pellicola, e in fin dei conti apice di quanto ci sia di gradevole nella stessa. In pratica viene da pensare che Monda nutrisse ambizioni spropositate per le proprie possibilità (quantomeno su questo set, in questa occasione) o che volesse perlomeno troppe cose dalla sua opera prima; a dire il vero il regista aveva già girato un paio di prodotti televisivi, ma questo lungometraggio è il suo effettivo esordio cinematografico a soggetto, nonchè l'unico suo film se si esclude un successivo documentario; successivamente, dopo il Duemila, rivestirà incarichi produttivi. Apprezzabilissimo il cast, con in testa la protagonista Pamela Villoresi, giovane ma già quotata e affiancata dal piccolo Leonardo Trame (unica sua presenza sul grande schermo) e da nomi del calibro di Alessandro Haber, Pino Colizzi e Mattia Sbragia. A conti fatti, fra buone premesse e idee non scontate di cinema (per l'Italia, di sicuro), Monda avrebbe meritato una seconda chance. 4/10.
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