Regia di Victor Saville vedi scheda film
Inghilterra, 1939: due ex innamorati, entrambi infelicemente sposati, si ritrovano insieme alla vigilia della guerra, il cui scoppio provoca una brusca accelerazione nelle loro esistenze bloccate; lui, scrittore dalle idee progressiste in perenne contrasto con il proprio editore, ospita una ragazza madre cacciata di casa, fornendo così ulteriore materia di pettegolezzi ai benpensanti del paese. Melodramma dall’andamento pacato e dal montaggio morbido, senza vere scene madri: anche la rivelazione finale sul padre del bambino viene disinnescata, in modo da non provocare ulteriori sofferenze. Si direbbe un soggetto pensato da Graham Greene, per le sue analogie con Fine di una storia e in generale per la figura di un protagonista che, pur non privo di ombre, agisce con rettitudine senza pensare alle possibili conseguenze. Walter Pidgeon legnoso come sempre, Angela Lansbury acida e anaffettiva, Deborah Kerr un po’ sacrificata dal minutaggio, Janet Leigh quasi irriconoscibile nei suoi vent’anni, doppiaggio compassato. Il moraleggiante titolo italiano fa rimpiangere l’originale If Winter comes.
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