Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Narrazione destrutturata, montaggio caotico, uso impegnativo (per lo spettatore) delle didascalie, dialoghi per lo più nonsense, il fulcro dell'opera va trovato scavando e scartando nella massa arruffata di contenuti: Godard alla massima potenza. Le basi di Helas pour moi (in Italia distribuito - poco - sia come Ahimè! che come Peggio per me) provengono dal romanzo Amphytrion 38 di Jean Giraudoux, presumibilmente - non c'è alcun credito in tal senso sui titoli di testa e di coda - adattato e reinventato da una sceneggiatura dello stesso regista; l'ironia di fondo del racconto rimane intatta (oggi come oggi, penetrare cuore e mente di una donna non è più possibile neppure a un dio), ma la forma volutamente complicata, anche e soprattutto quando non servirebbe, sovrasta di gran lunga l'impatto della sostanza. C'è Gerard Depardieu, in uno dei suoi ruoli sicuramente meno memorabili di sempre; quantomeno la durata viene limitata ad appena ottanta minuti scarsi, anche se un'ora e venti basta e avanza per chiedersi ripetutamente dove voglia arrivare Godard. E, di tanto in tanto, rispondersi che probabilmente non aveva alcuna intenzione di arrivare, voleva solo andare, esplorare, muoversi senza una meta precisa. 3,5/10.
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