Regia di Haifaa Al-Mansour vedi scheda film
Magari un po' didascalico, ma neanche tanto: se si tiene conto, come riterrei utile, che il romanzo "Frankenstein" è un capolavoro di letteratura più unico che raro (uno di quei casi in cui il cinema avrebbe fatto meglio a tenersi umilmente a distanza, eccezion fatta per Mel Brooks), e che la mente e lo spirito che lo hanno partorito sono quelli fragili di una ragazzina britannica dell'ottocento, di quando ancora cioè le ragazzine dovevano solo badare a trovar marito.
E se si vuole anche tener conto che a dar vita a tale ragazzina è una ragazzina come Elle Fanning, il cui carisma è sempre più soprendente ad ogni nuova uscita, allora questo Mary Shelley (è bene che il titolo sia il nome, o viceversa, perchè credo sia bene ricordarsi sempre di quel nome), peraltro firmato da una regista donna, e saudita (benchè americanizzata cioè quasi una ragazzina britannica dell'ottocento), merita una certa considerazione.
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