Regia di Luc Besson vedi scheda film
Ad infilare mille pianeti in una solo città si rischia di affogare in troppa confusione, ma la regia è brava a mantenere a galla Valerian e le sue colorate avventure. Soprattutto per un alieno che poi si farà chiamare "Ziggy".
Un tourbillon di colori ed immagini invade lo schermo, trasformato nell'occasione in tavolozza atta a raccontare un avventura fantascientiffica dal contenuto comune al altre pellicole di genere, ma dal significato mai obsoleto. La regia si impegna nel mantenere alto il livello spettacolare, così come il ritmo e quindi l'interesse dello spettatore, cosa in cui riesce nonostante la sceneggiatura si mostri in alcuni punti balbettante. Linearità narrativa sfilacciata anche dall'utilizzo di personaggi buttati nella mischia come dadi colorati su un tavolo da gioco patchwork. Nell'insieme un film di fantascienza godibile, senza particolari peculiarità, se non di vantare una delle scene di genere più riuscite della storia: l'iniziale sequenza armonizzata da Space Oddity di Bowie è pura magia. Pindarico.
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