Regia di Luc Besson vedi scheda film
Luc Besson, a distanza di venti anni, torna alla fantascienza estrema de Il Quinto Elemento. Il suo Valerian è un trip visivo, a metà strada tra un film convenzionale e l'animazione, in cui gli effetti speciali, che inglobano le scenografie, diventano preponderanti sul resto. Una coppia di giovani amanti realizza una serie di missioni spazio-temporali per conto del governo, spostandosi nell'universo e in una dimensione ulteriore rispetto a quella ordinaria. Siamo nel futuro (2700 circa), in un'epoca in cui l'uomo vive in una stazione orbitante che ingloba rappresentanti di tutte le razze aliene intelligenti.
Ispirato da una serie di fumetti francesi di fine anni '60, Valerian è un film dalla sceneggiatura confusionaria, che si muove in contemporanea su più dimensioni, con mostri alieni e scenografie ricostruite in computer grafica tanto da dare l'idea di trovarsi in un videogioco. Gli attori si muovono continuamente sul green screen, sparando e menando le mani al cospetto di esseri dalla più assurda forma. Luc Besson, che firma anche la sceneggiatura, condisce il tutto con un pizzico di ironia che non raggiunge la comicità del fumetto.
Coloratissima la fotografia, oltre i limiti del verosimile. Besson gioca sui contrasti così da far spiccare scenografie che appaiono tuttavia inverosimili e palesemente artificiose.
Le interpretazioni sono sufficienti.
Costato quasi 178 milioni di dollari, tanto da rivelarsi il film più costoso della cinematografia francese, Valerian è una pellicola che non si fa troppo amare. Besson regala omaggi continui a grandi classici fantascientifici da Blade Runner a The Abyss, ma anche ad Avatar e Star Wars. Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi, non riesce a colpire quanto sarebbe stato logico attendersi, pur salvandosi in parte al botteghino con 225 milioni di dollari di incasso. Troppo poco per definirsi un successo imprenditoriale.
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