Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Prima di girare colossal e fantasy spettacolari ma piatti, Wolfgang Petersen era un ispirato regista di pellicole di personaggi, di intrecci, di dialoghi, di silenzi, di tensione, per certi aspetti quasi minimaliste. Praticamente era irriconoscibile rispetto a quello che sarebbe diventato, il che è un altro esempio di come un (ulteriore) dotato cineasta abbia svenduto il suo talento per un pugno di dollari, appiattendosi su standard decisamente commerciali. Qui Petersen dirige un episodio di "Tatort"[il luogo del delitto] celebre e molto prolifica serie di film gialli per la TV dell'allora Germania Ovest, iniziati nel 1970 e ancora in essere. La lunghissima serie include esempi che vanno dalle ciofeche alle piccole perle come questa, che viene considerata unanimemente il film migliore di oltre 700.
Siamo in presenza di una buona trama, con personaggi ben indagati e rappresentati realisticamente, e di bravi attori ben calati nei ruoli. L'ambientazione è una cittadina di provincia che nasconde non poche tensioni sotto una facciata di tranquillità. La donna della perdizione è una Nastassja Kinski appena sedicenne e al suo primo ruolo, una liceale che uccide un uomo e ne trascina un altro nell'abisso, praticamente solo con la sua bellezza e certi sguardi con quei suoi occhioni. L'attrice per fortuna non era ancora palestrata come appare in "Il bacio della pantera" (1982). Gli altri attori sono sconosciuti al nostro pubblico ma di sicuro valore.
In generale, siamo più dalle parti di Derrick che di Colombo - come è ovvio aspettarsi - e comunque molto lontani dalle serie gialle odierne. La trama però coinvolge e tiene col fiato sospeso, il male viene mostrato senza compiacimenti sadici, i personaggi non sono manichini che si muovono ma esseri umani con la loro psicologia e la loro interiortà. Niente inutile spettacolo.
Sicuramente gli esemplari migliori di questa serie andrebbero fatti conoscere anche in Italia, e Petersen potrebbe rifarci un pensierino.
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