Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film
Come già con Piuma, ecco che il cinema italiano torna a propinarci l'ennesima variazione sul tema della maternità precoce con risultati, se possibile, ancora più risibili. Siamo a Roma e Samu (il mummificato Tersigni), figlio di una coppia separata che lo ha avuto in età assai precoce, ingravida Alice (Ramella), la sua ragazza, una sedicenne senza arte né parte ma di famiglia agiatissima. Cosa fare o cosa non fare, per il ragazzo sembra una decisione da demandare alla lettura dell'autobiografia di un asso dello skating, Tony Hawk. Le famiglie fanno pressione perché i due giovanissimi rinuncino alla imminente genitorialità, ma Alice non vuole saperne.
C'era una volta Andrea Molaioli, ex aiuto regista di Nanni Moretti, poi promettente esordiente con un noir come La ragazza del lago, destinato prima a inciampare in un film tanto pretenzioso quanto confuso come Il gioiellino per poi precipitare nel vuoto pneumatico di questo lungometraggio scritto con l'alluce sinistro, con personaggi ridotti a macchiette (Lepre, l'amico del protagonista) o, peggio, puramente ornamentali (lo skipper amico della madre di Samu). Per non dire dei dialoghi (adattati dal romanzo di Nick Hornby e scritti a sei mani dal regista con Francesco Bruni e Ludovica Rampoldi), che sembrano essere usciti dalla penna di Benji e Fede, della recitazione ben sotto il livello di guardia e dell'assenza di qualsiasi minimo guizzo di regia, che pure la sponda dello skateboard avrebbe consentito. Unica nota positiva la presenza di Lica Marinelli, che - nei minuti che centellinano la sua presenza nel film - dà lezioni di recitazione e di vis comica ai suoi insipienti colleghi. Ma, nel compresso, il film è paccottiglia da dare in pasto a un pubblico facilone con la scusa della tematica più o meno seria messa in chiave di esiziale commedia.
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