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Lo spauracchio

Regia di Rolan Bycov vedi scheda film

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La recensione su Lo spauracchio

di Baliverna
8 stelle

Essenzialmente è uno studio sulla cattiveria tra i ragazzini, e più in generale sulla cattiveria umana. E' questo, infatti, il filo rosso che collega le molte situazioni e i diversi personaggi che popolano la trama del film.
La protagonista è una ragazzina di quella che potrebbe essere una seconda media, e le fanno sempre da contorno i suoi compagni di classe. Infatti quell'età è quella in cui con maggior chiarezza affiorano le inclinazioni cattive della persona umana, e a tutti sarà capitato di vivere situazioni simili nella propria vita proprio in quell'età (sui 12-13 anni).
Tra i membri della classe, infatti, proliferano tutti quei piccoli gesti di cattiveria, che possono poi portare a gravi episodi di violenza e di odio: epiteti offensivi, bullismo, scherzi pesanti, drisione del debole, ecc. In particolare, chi viene ritenuto responsabile (a torto o a ragione) di aver fatto la spia, viene isolato da tutti e gli si fanno pure spedizioni punitive. Non è esagerato parlare di violenza, un po' fisica ma soprattutto morale. A tutto ciò va poi aggiunto l'egoismo di tutti, la propensione alle bugie e il tacere quando un innocente viene accusato (addirittura per trarne vantaggio). Non siamo al cinismo o al nero assoluto, perché il regista fa vedere come il pentimento si può ancora far strada nel cuore dei piccoli cattivi; rimane tuttavia un senso di amarezza che stenta ad andarsene, e comunque si ha pur sempre un brutto quadretto della vita nell'URSS degli anni '80.
Un ulteriore constatazione che si trova nel film è che la cattiveria dei ragazzini è un riflesso di quella degli adulti, specie dei genitori, per la sofferenza che essa provoca loro. Le loro famiglie alle volte sono profondamente ferite, con genitori separati o in pessimi rapporti, magari dove uno dei due è maltrattato dall'altro. La più tremenda delle ragazzine, infatti, curioso compendio di aspetto grazioso e cuore cattivo, vive proprio una situazione del genere. E anche il nonno buono ha un momentaneo cendimento verso un brutto commento (Io gli getterei un sasso in casa e gli sfascerei la finestra a quelli!).
Comunque non è un film distruttivo o disfattista, ma che se mai che vuole far riflettere per tentare di porre rimedio alla situazione.
E' girato in una squallida città di provincia, in autunno, tra strade fangose, dove tutto è sporco e trasandato. Forse l'ambientazione è anche simbolica. PS: il film è in realtà del 1983.

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