Regia di Francesco Belais, Matteo Tortora vedi scheda film
31° TGLFF - EXTRA - KM 0: GLI ITALIANI
"Sono la donna pipistrello: mezza topo e mezza....." ... la rima la saprete fare da soli, e comunque ve la velerà verso la fine l'istrionica e simpaticissima, oltre che vitale ed irresistibile Romina Cecconi, la regina delle feste fiorentine degli anni '70 fino ad oggi, o quasi.
Una star dei luoghi che contano che scelse di divenire donna e fu uno dei primi casi di transessuale operati a divenire donna anche anagraficamente: almeno in Italia. Romina, classe 1941, è ancora una bella donna e la vitalità che la disegna ancora oggi, la rende più che mai un personaggio colorato e spiritoso, autoironico e spassoso che ci fornisce alla perfezione l'idea di come poté divenire la regina delle feste e dei jet set fiorentini, romani (La romanina, era soprannominata, considerate le sue origini capitoline) e in giro nei luoghi più glamour, come Ibiza, presso le cui spiagge sabbiose foto dell'epoca la ritraggono completamente nuda con solo una sgargiante tiara sul capo, invidiata ed ammirata da tutti, compresa la principessa Soraya, a quei tempi in esilio dorato tra gli scogli dell'isoletta nell'arcipelago delle Baleari. Amica e confidente pure di alcuni personaggi e sex symbol degli anni '70 e '80, icone pure loro di eccentricità e voglia di liberarsi da preconcetti e falsi pudori: Amanda Lear ed Eva Robin's su tutti.
I registi Belais E Tortora conducono una bella intervista che spazia dall'oggi ai ricordi fotografici del tempo, anche tramite le pagine dei giornali, senza dimenticare i retroscena drammatici e devastanti che questa donna coraggiosa ha subito, come il confino in Puglia e addirittura la prigione.
Ma La donna pipistrello si colora di racconti che il regista ci fa solo a voce, relativamente ai suoi rapporti con le donne che ebbe vicino durante il confino, o degli amori impossibili che la vdero amante di molti uomini di spicco dello spettacolo e della politica. Purtroppo questi particolari il film non ce li svela, e per questo il riuscito documentario avrebbe meritato uno sviluppo più lungo che potesse comprendere altresì questi interessanti e colorati dettagli che ivece ci vengono riferiti solo in sala prima della proiezione.
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